Altro fango su Piera Maggio: la madre di Denise Pipitone non resta in silenzio
Emersi nuovi dettagli su Piera Maggio e sui depistaggi durati anni, che hanno allontanato gli inquirenti dai veri colpevoli del sequestro
18 lunghi anni, durante i quali Piera Maggio è stata costretta a sentire cose inimmaginabili sulla sua persona. Durante una delle ultime puntate del programma televisivo Ore 14, Milo Infante ha mandato in onda degli stralci di un’intervista fatta all’ex procuratore Alberto Di Pisa.
Dopo la scomparsa di Denise Pipitone, Piera Maggio è stata vista come una persona “non limpida“. Per la polizia la madre della bimba rapita “spacciava”. Ma non esistono fascicoli che lo dimostrano, nessuna indagine per spaccio di sostanze stupefacenti. Come ha sottolineato l’avvocato Giacomo Frazzita, ospite in studio, questi sono altri elementi che dimostrano come le indagini negli anni siano sempre state depistate. Depistaggi che forse hanno allontanato gli inquirenti dai veri colpevoli del sequestro.
Oggi Di Pisa non c’è più ma questi poliziotti che portano i verbali, ci devono essere, li invitiamo a dire cosa è successo, perché di questi fascicoli in cui si parla di Piera Maggio non c’è traccia. Non possiamo alzarci la mattia e sporcare le persone.
Queste le parole di Frazzita in diretta tv.
Le parole di Piera Maggio
Anche Piera Maggio ha voluto dire la sua alla trasmissione Ore 14. Una madre, una leonessa, che cerca la sua bambina da 18 lunghi anni e che continua a vedersi gettare il fango addosso. Ecco le sue parole:
Io so con chi ho avuto a che fare in tutti questi anni. E se, dopo due mesi dal sequestro di mia figlia, io con tutto il mio dolore, mi sono recata a Roma, a lamentarmi di tutto quello che accadeva qui a Mazara del Vallo, delle ragioni c’erano. E adesso, piano piano, mi vengono confermate sempre, ogni giorno. Da 18 anni a questa parte, quello che mi sentivo, i miei sospetti, le conferme le ho avute a distanza di anni. E questa è un’altra prova di quello che era questo magistrato, ex procuratore, quello che è, di ciò che aveva comunque dentro su pregiudizi, su mentalità nei miei confronti. E di sicuro non è bello lavorare su un caso dove già apparentemente ci sono dei pregiudizi.