Antonio De Marco rifiutato da due ragazze prima di compiere l’omicidio

Un ulteriore motivo che potrebbe aver spinto Antonio De Marco ad essere arrabbiato con la vita

Sono passate ormai due settimane da quando Antonio De Marco è stato tratto in arresto, e 18 giorni da quando lo stesso ha compiuto il violento omicidio di Daniele De Santis ed Eleonora Manta. Mentre è rinchiuso nel carcere di Lecce, continuano gli interrogatori e, ogni giorno, emergono notizie e sue dichiarazioni che spiegano, o almeno ci provano, i motivi per cui lo ha fatto.

Antonio De Marco e i rifiuti di due ragazze

Per ultimo, è emerso un fattore che ha colpito gli inquirenti. Antonio De Marco, il solitario e introverso infermiere di 21 anni, ha confessato che un’altro dei motivi che hanno contribuito a far crescere il suo malessere interiore, potrebbe essere legato ad un rifiuto ricevuto da una ragazza.

Mesi fa, infatti, il giovane aveva ricevuto un rifiuto ad una avance fatta ad una ragazza che frequentava con lui il tirocinio nell’ospedale di Lecce. Come da lui stesso comunicato agli inquirenti, la ragazza gli aveva risposto che con lui voleva mantenere un rapporto di sola amicizia.

La stessa cosa, conferma il soggetto, gli era capitata anche qualche anno prima, durante gli studi nella facoltà di Biologia. Anche in quel caso, una ragazza più giovane di lui, rifiutò la sua corte poiché era già impegnata con un altro ragazzo.

Tutti questi fattori, uniti al fatto che De Marco non ha praticamente mai avuto una fidanzata, fanno credere agli inquirenti che abbiano contribuito a renderlo sempre più schivo e arrabbiato.

Antonio De Marco e i rifiuti di due ragazze

Quando poi ha visto in Eleonora e Daniele quella felicità che lui tanto avrebbe voluto anche per se, si è scatenato l’istinto omicida recondito.

Antonio De Marco e il colloquio con il parroco del carcere

Antonio De Marco e i rifiuti di due ragazze

Tra gli innumerevoli interrogatori e colloqui con investigatori ed inquirenti, Antonio De Marco ha incontrato anche don Sandro, il cappellano del carcere di Lecce.

Il parroco, intervenuto per dare supporto emotivo e spirituale al ragazzo, dopo l’incontro ha raccontato le sue impressioni:

Mi è sembrato un ragazzo a modo, educato e garbato , non sembra affatto un mostro. Mi ha parlato del suo lavoro, dei suoi studi e di quanto gli piacessero.

Credit: Corriere della Sera – Youtube

Io ho solo cerato di dargli supporto spirituale in questo periodo di forte stress emotivo per lui. Ho detto a lui che potrà continuare a studiare e a lavorare anche qui dentro.