Arrestate 18 persone. Lavaggi del cervello e falsi ricordi per allontanare i bambini dai genitori

Lavaggio del cervello ed impulsi elettrici sui bambini, per allontanarli dalle famiglie. La storia di Giulia e Roberto.

Questo è il mondo in cui viviamo, un mondo che sta diventando un incubo per i più piccoli. L’inchiesta “Angeli e Demoni” degli assistenti sociali della Val D’Enza, Reggio Emilia, si è conclusa con 18 arresti. Assistenti sociali, psicoterapeuti, medici, psicologi e perfino il Sindaco di Bibbiano, sono accusati di aver tolto, in modo illegittimo, i bambini ai loro genitori, distorcendo la realtà, per darli in affido contribuito, ad amici e parenti.

Sono accusati di di frode processuale, abuso d’ufficio, depistaggio, violenza privata, lesioni e maltrattamenti su minori, tentata estorsione, corruzione, sottrazione di denaro pubblico, false certificazioni….

Dei veri e propri lavaggi del cervello, tramite i quali i bambini si convincevano che i loro genitori erano cattivi, che avevano abusato di loro, che li picchiavano…

Appena prima della sentenza giudiziaria, usavano su di loro “una macchinetta dei ricordi”, una macchina che distorceva i loro ricordi, con degli impulsi elettrici. Creavano questa realtà falsa, che i piccoli poi raccontavano al giudice.

Negli anni i genitori biologici, hanno mandato lettere e regali a questi bambini, che queste persone non gli hanno mai consegnato. Adesso sono stati sequestrati dalle autorità.

A provare i racconti dei bambini, c’erano anche disegni, con rappresentazioni di abusi e violenze. Un incubo a cui è stato, finalmente, messa fine.

La cosa che ha aggravato ancora di più la posizione degli indagati, è ciò che è accaduto ad alcuni di questi bambini, nelle famiglie affidatarie. Ci sono due storie in particolare, che hanno lasciato tanta indignazione, quella di Roberto e quella di Giulia.

Roberto è stato costretto a dichiarare che i suoi genitori lo costringevano a provare piacere, nonostante non fosse vero. Lo avevano convinto di ciò ed è stato dato in affido ad una famiglia, che aveva già preso in affidamento un ragazzo di diciassette anni. Roberto aveva soltanto sette anni, quando si è ritrovato vittima di abusi da parte di questo ragazzo. Gli assistenti sociali, gli stessi che sono stati arrestati, diedero la colpa a Roberto, accusandolo di aver fatto qualcosa per provocare il diciassettenne.

Giulia, invece, nonostante soffrisse di crisi epilettiche, si è ritrovata a credere che suo padre avesse abusato di lei, cosa che non è mai accaduta. E’ stata data in affidamento a due donne, una delle quali è risultata aver avuto una relazione con una delle persone arrestate. Veniva trattata con urla e minacce, costretta a dire falsità e costretta a vivere senza mai poter sciogliere i capelli, perché secondo loro, era segno di vanità.