Arrestato un italiano in Colombia per traffico di minore
Arrestato un uomo italiano all'aeroporto. Aveva con se una bambina di 18 mesi, che non era sua...
La vicenda è accaduta in Colombia, dove un uomo italiano di circa 49 anni è stato fermato all’aeroporto, mentre cercava di imbarcarsi per Amsterdam. Aveva con sé una bambina di circa 18 mesi, che però non era sua figlia. La verità è stata scoperta dalle forze dell’ordine, quando hanno capito che c’era qualcosa che non andava nei suoi documenti..
Il suo nome è Mirko Coccato, è un cittadino italiano di 49 anni ed è stato accusato di traffico di minori.
L’uomo aveva con se un certificato falso, che attestava che lui era padre biologico della bambina e un documento di sua madre, anche questo irregolare.
Durante le indagini delle forze dell’ordine, si è presentata una donna che ha affermato di essere la madre della bambina ed ha confessato di averla affidata all’uomo, perché voleva solamente darle una vita migliore.
Gli agenti adesso vogliono indagare sul passato dell’uomo, per capire se abbia fatto una cosa del genere altre volte, poiché risulta essere stato in Colombia anche in passato.
Al momento si trova in stato di fermo e la bambina è stata affidata agli assistenti sociali.
Per adesso non ci sono ulteriori aggiornamenti riguardo la vicenda ma le forze dell’ordine stanno continuando ad indagare, per cercare di capire se dietro ci sia un vero e proprio traffico di organi umani.
Non è l’unica vicenda di questi ultimi giorni. A Coccaglio, in provincia di Brescia, una madre e il suo bambino di soli 2 anni sono stati investiti da un pirata della strada.
La donna sta bene, ma suo figlio è ricoverato in gravi condizioni. Dopo l’incidente le forze dell’ordine hanno dato il via alle indagini per capire chi fosse l’automobilista che è fuggito via. Alla fine hanno scoperto che si tratta di una ragazza di circa 22 anni, che ha dichiarato di aver sentito una botta, ma di non essersi resa conto di ciò che era accaduto.
Gli agenti sono riusciti a risalire a lei, grazie ai danni riportati sulla sua automobile.
Potete leggere l’intera vicenda QUI.