Arrivata la condanna per il compagno di Alexandra, ma la decisione del giudice fa discutere

È arrivata la condanna definitiva per Avni Mecja, l’uomo accusato di aver messo fine alla vita della compagna Alexandra Elena Mocanu. La vicenda è accaduta nel 2022 a Bolzano. Il mese scorso l’uomo aveva raccontato in aula i macabri dettagli del terribile delitto.

La barista è stata trovata senza vita nel suo appartamento, avvolta in una coperta. Era stato proprio un parente del marito a chiamare le autorità, dopo che lo stesso omicida gli aveva telefonato per dirgli che sarebbe fuggito perché era “ricercato dalle forze dell’ordine“.

Si è impossessato del cellulare di Alexandra Elena Mocanu, è salito a bordo della sua auto ed è fuggito. Dopo due giorni, probabilmente consapevole di quali sarebbero state le conseguenze, si è consegnato di sua spontanea volontà. Ha raccontato che in un momento di rabbia, con la mente annebbiata, ha colpito ripetutamente la sua compagna con un martello. Poi si è seduto accanto a lei e l’ha avvolta in una coperta, il senso di colpa lo stava divorando. Ha usato il suo dito per sbloccare il cellulare e mandare un sms al suo datore di lavoro, così da giustificare la sua assenza. Alla fine, Avni si è dato alla fuga.

La loro relazione era iniziata nel 2020. La donna lo aveva denunciato per maltrattamenti, tra i due c’era infatti un divieto di avvicinamento. Tuttavia, lei aveva deciso di riprovarci. Tra loro sembrava essere tornato l’amore, finché Alexandra non ha deciso di cercarsi un lavoro ed avere una propria indipendenza. L’uomo ha iniziato ad avere paranoie su una presunta relazione della compagna con un altro uomo, la pedinava e la spiava.

La Corte D’Assise di Bologna ha condannato Avni Mecja a 24 anni di reclusione e un risarcimento di 320 mila euro per le parti civili e il figlio della donna. Una decisione che ha fatto molto discutere. Perché non è stato condannato all’ergastolo? Il giudice ha riconosciuto all’imputato le attenuanti generiche, come richiesto dalla difesa.

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