Autismo ed emergenza sanitaria: “un nastro blu per uscire, perché la gente non capisce”

"Se vedi una mamma che cammina, durante questa emergenza sanitaria, con il suo bambino, con un nastro blu al polso, non dirle nulla e non denunciare" Ecco cosa sta succedendo.

Da qualche ora, sui social network, sono stati diffusi diversi post, pubblicati anche da alcuni comuni italiani, come il comune di Calci o il comune di Villaspeciosa e poi condivisi da tantissime persone, perlopiù mamme.

“Se vedi una mamma che cammina con un bambino, che ha un nastro blu al polso o indossa un indumento blu, non urlare e non denunciare la sua uscita in questo periodo di emergenza sanitaria.

Stessa cosa se si vede una macchina con un nastro blu. Si tratta di una madre o di un padre usciti con un bambino che soffre di autismo, per cercare di calmare la sua ansia, in un momento già molto difficile”.

I post hanno raggiunto un elevato numero di condivisioni e man mano si stanno diffondendo su ogni social network. La notizia è stata riportata anche sulle testate giornalistiche oggitreviso.it e su tgcom24, sulle quali è stata riportata l’esperienza di mamma Patrizia, il primo utente ad aver diffuso l’iniziativa di questo nastro blu:

“A mio figlio, dall’emergenza sanitaria, nella disabilità hanno tolto la normalità che per anni abbiamo cercato di conquistare. La gente non capisce, la legge dice che possiamo uscire e infatti lo facciamo, stando attenti alle distanze e indossando sempre qualcosa di blu. Ma non capiscono e giudicano. Qualche giorno fa si è avvicinato un automobilista e mi ha gridato parolacce”.

Il post di Patrizia, ha raggiunto oltre 90.000 condivisioni.

I bambini stanno vivendo un periodo confusionale, durante il quale non capiscono perché sono costretti a stare in casa, perché non possono più andare a scuola e vedere e giocare con i loro amichetti. In un bambino autistico, questa sensazione si trasforma in ansia e una lunga permanenza in spazi chiusi, può comportare problemi comportamentali.

Sono diverse le denunce fatte in questi giorni, sia dalle autorità che dalle persone. Ecco perché si è pensato di scegliere questo nastro blu, per queste madri, affinché non debbano sentirsi osservate o insultate dalle altre persone.

Sulla vicenda però, come riporta il sito superando.it, sono intervenute alcune associazioni del territorio di Roma, che si occupano proprio di persone con bisogni speciali.

“Respingiamo questa pratica, perché potrebbe esporre i nostri figli ad un’ulteriore discriminazione. Sono anni che ci battiamo per un integrazione delle persone con disabilità in questa società e francamente pensare di assegnare loro un simbolo di riconoscimento, ci sembra non solo fuori luogo, ma riporta alla mente altre più gravi forme di identificazione”.

L’argomento adesso ha fatto nascere due differenti opinioni, c’è chi crede che l’utilizzo di un nastro blu possa far sentire il bambino ancora più diverso e chi invece pensa che sia soltanto per permettere alla madre di passeggiare con il proprio figlio, alla luce del giorno, senza dover essere attaccata dalle altre persone che le dicono che deve stare a casa.