Bergamo, Coronavirus – Diego soccorritore del 118 morto a 45 anni: aveva una figlia e nessuna malattia pregressa
Diego aveva 45 anni, una figlia e nessuna malattia pregressa. Era un soccorrere del 118 e non ce l'ha fatta, la colpa è solo del Coronavirus
Bergamo, non ce l’ha fatta Diego, un soccorritore del 118: l’uomo è morto all’età di 45 anni, non aveva nessuna malattia pregressa ma aveva una bambina che piangerà per sempre la scomparsa di suo padre, ricordandolo come un eroe. Lui, come tanti altri, se ne è andato per colpa del maledetto Coronavirus
A darne la notizia è il portavoce dell’Adl Cobas Lombardia, Riccardo Germani. Anche lui, un operatore sanitario. Parla di Diego e ci racconta chi era il giovane scomparso prematuramente
“Lavorava sull’ambulanza, aveva 45 anni e una figlia. Era un lavoratore preparato, un soccorritore che ha sempre utilizzato i dispositivi di protezione individuali. Non era anziano e non aveva altre malattie
Diego era uno dei 700 operatori sanitari, medici, infermieri, soccorritori e oss che già sono stati contaminati. Nel nome di Diego chiediamo come operatori della Sanità misure straordinarie di Protezione per tutti i soccorritori e gli operatori sanitari, che dovrebbero indossare sempre i dispositivi di protezione integrali da Covid-19″
Dopo aver raccontato chi era Diego e dopo aver espresso rabbia e dolore per la tragica scomparsa, Riccardo Germani prosegue chiedendo misure più adeguate per gli interessi di chi lavora a stretto contatto con questo terribile virus
“Chiediamo che tutte quelle convenzionate mettano a disposizione posti letto per contagiati da Coronavirus. La cosa che ci preoccupa di più è la leggerezza con cui si abbandonano le lavoratrici ed i lavoratori al loro destino mettendo davanti gli interessi di Confindustria. Siamo preoccupati come operatori del settore dell’intesa tra Governo, Sindacati confederali e Confindustria, siglata proprio oggi, un’intesa sbilanciata troppo sul profitto e che mette al secondo posto la salute dei lavoratori e delle lavoratrici”.
Non saranno certo mascherine e guanti a salvare dal contagio i lavoratori e le lavoratrici: bisogna chiudere adesso e istituire subito un reddito di quarantena, fermare tutte le produzioni non necessarie in questo momento a combattere la lotta al Covid-19″
“I padroni, insieme alla complicità dei sindacati confederali, possono rimandare il loro profitto a quando avremo sconfitto il corona virus. Ma adesso dovete rimanere a casa tutti, altro che guanti e mascherine. Oggi piangiamo Diego ma finita l’emergenza faremo i conti, sicuri di avere al nostro fianco chi oggi ci chiama angeli”.