Bergamo, le indagini per la morte di Giorgia Manenti, annegata nella vasca della ditta di famiglia
Bergamo, le indagini per la morte prematura di Giorgia Manenti, colpita da malore ed annegata in una vasca a 25 anni
Sono in corso tutte le indagini del caso per la triste vicenda che ha portato al decesso della ragazza di soli 25 anni Giorgia Manenti. Purtroppo la giovane ha perso la vita poco dopo l’ora di pranzo, mentre era telefono con un’amica. È caduta nella vasca di un prodotto.
Il pm di turno ha deciso di aprire un fascicolo d’indagine, al momento contro ignoti, per il reato di delitto colposo. Lo scopo è proprio quello di ricostruire con esattezza ciò che è successo in quei minuti.
Nonostante questo, gli inquirenti hanno deciso di non disporre l’autopsia, poiché tutto sembra essere avvenuto per una fatalità.
I familiari hanno confermato che purtroppo Giorgia, da ormai diverso tempo, aveva problemi di crisi epilettiche. Però negli ultimi due anni la situazione sembrava essere sotto controllo, dopo una cura di uno specialista.
Tuttavia, probabilmente a causa di una ricaduta, la giovane ha perso la vita. Stava cercando di versare un liquido in una vasca, quando all’improvviso probabilmente per un malore, è caduta lì dentro. Il liquido non era molto, circa 30 cm, ma abbastanza per il decesso.
Giorgia Manenti ha perso la vita a 25 anni: i fatti
I fatti sono avvenuti intorno alle 13.30 di giovedì 8 settembre. Precisamente nel piccolo comune di Tagliuno, frazione di Castelli Calupio, nella provincia di Bergamo.
L’amica Beatrice che era al telefono con lei, non sentendo più la sua voce, è andata di corsa sul posto per avvisare di ciò che era appena successo. Vederla era praticamente impossibile, perché quel contenitore era nella parte dietro dell’azienda.
Il padre è andato di corsa a vedere, ma la figlia purtroppo era ormai senza vita. Hanno provato a chiedere l’intervento dei sanitari, ma i medici arrivati sul posto non hanno potuto far altro che constatare il suo decesso.
L’azienda di famiglia la Mega Srl tramandata da papà a figlio, era come una seconda casa per Giorgia. Lavorava lì come assemblatrice ed il padre Omar, quando l’ha vista ha provato a rianimarla, ma alla fine i dottori si sono resi conto che per lei non c’era più nulla da fare.