Bimba nata da maternità surrogata in Ucraina rifiutata alla nascita: cosa potrebbe accadere ora

Una storia davvero commovente

Oggi ha 6 anni la bimba nata da maternità surrogata in Ucraina e rifiutata alla nascita da quella coppia di genitori adottivi che avrebbero invece dovuto crescerla. La piccola ha delle disabilità e nessuno l’ha mai voluta. Vive in un istituto che si prende cura di lei e adesso un’altra coppia americana chiede di adottarla. Ma la guerra ha complicato le cose.

bambina sola
Fonte foto da Pixabay

Bridget ha 6 anni e vive in Ucraina. Nata grazie alla maternità surrogata, quando è venuta al mondo è stata abbandonata dalla coppia americana che aveva deciso di allevarla.

I due genitori adottivi si sono tirati indietro quando hanno saputo che Bridget aveva delle disabilità. La piccola, infatti, soffre di paraplegia spastica, ha un’afflizione mentale non specificata, il piede equino, una malformazione congenita della pupilla e soffre anche per la denutrizione.

Oggi Bridget potrebbe vivere con una famiglia, perché un’altra coppia americana vorrebbe adottarla. Ma la guerra sta rendendo tutto più difficile: la coppia riesce a parlare con lei solo attraverso videochiamate.

Kristie e Philip. pastore della Prima Chiesa Battista di Brunswick, hanno già quattro figli. Tra questi una bambina armena portata in America quando aveva tre anni e con la spina bifida. Sanno che non sarà facile, ma vogliono dare a Bridget una possibilità.

Bambina ricoverata in ospedale
Fonte foto da Pixabay

Bimba nata da maternità surrogata in Ucraina rifiutata alla nascita, Bridget ha bisogno di una casa

Bridget è nata nel 2016 a Zaporizhzhia, quando già c’era una guerra nel Donbass. La donna di 22enne, già mamma di due figli, ha portato avanti la gravidanza. Quando ha partorito con cesreo due gemelli uno è morto, mentre la bambina ha vissuto in terapia intensiva.

bambina ucraina
Fonte foto da Pixabay

La coppia che aveva firmato per adottarla ha rinunciato. E ora che c’è un’altra famiglia disponibile c’è la guerra. Le autorità ucraine non riconoscono la rinuncia della prima coppia americana. E la bimba quindi non è cittadina ucraina ed è costretta a vivere in un orfanotrofio sotto le bombe.