Bimbo caduto nel pozzo, si sta scavando una galleria orizzontale
Aggiornamenti da Tolalan (Spagna) sulla missione per salvare il piccolo Julen caduto nel pozzo.
Molte persone continuano a mobilitarsi per sostenere i genitori del piccolo Julen, il bambino di due anni caduto in un pozzo di prospezione il 13 gennaio scorso a Tolalan, vicino a Malaga, in Spagna.
I soccorritori sono più vicini che mai al piccolo e presto si saprà se sia sopravvissuto o meno dopo aver trascorso 12 giorni in fondo al pozzo.
Per dare forza ai genitori del piccolo Julen, molte persone gli stanno accanto. José Rosello e Vicky Garcia hanno, infatti, ricevuto tanto conforto: “Siamo qui per sostenere la famiglia di Julen, per portare loro calore e sostegno”, ha detto una delle persone presenti.
Intanto, prosegue la missione dei minatori. La squadra è entrata nel tubo creato ‘ad hoc’ per scendere fino alle profondità in cui si trova il bambino e stanno scavando una galleria orizzontale per raggiungerlo.
Per cominciare il lavoro, i minatori hanno richiesto due misure fondamentali per garantire l’efficacia delle manovre. In primo luogo, hanno chiesto che fosse realizzato un riempimento di terra nel pozzo parallelo a quello di Julen in modo che il tubo non vibri.
Inoltre, dal momento che i soccorritori si sono resi conto che le pendenze non sono stabili e che c’è una grande roccia che va assicurata, hanno chiesto di ridurre la superficie d’azione di 12 metri e di creare una base di lavoro stabile. Ciò è stato eseguito in 3 ore.
La precisione del posizionamento del tubo nel foro è la chiave per i minatori così da trovarsi nella posizione giusta per agire. “Dato che il tubo ha causato tanti problemi durante il montaggio, l’azienda di geolocalizzazione che ha salvato i minatori cileni nel 2010 ha realizzato la stessa misura di allora per garantire che la finestra della gabbia sia allineata con il pozzo in cui si trova il bambino”, ha spiegato un giornalista spagnolo.
Il riferimento è all’incidente nella miniera di San José, avvenuto il 5 agosto 2010. Allora ci fu il crollo del tetto della miniera e 33 minatori rimasero intrappolati a circa 600 metri di profondità. Il 22 agosto, grazie a un primo contatto tra i minatori e i tecnici in superficie, si seppe con certezza che i 33 erano sopravvissuti al crollo e che si trovavano in un rifugio con ossigeno e viveri. Fra il 13 e il 14 ottobre 2010, nell’arco di circa 27 ore, tutti i minatori sono stati portati in salvo.