Bimbo di 5 anni riceve polmone dal papà: il piccolo è stato dimesso e sta bene

Si tratta del primo trapianto in Italia da donatore vivente

Per fortuna sta bene, è stato dimesso e può già tornare a casa Mario, come hanno chiamato il piccolo che è protagonista di una bellissima storia (Mario, come Super Mario Bros, il suo videogioco preferito). Il bimbo di 5 anni riceve un polmone dal papà, dopo aver ricevuto dal genitore anche un trapianto di midollo osseo. Si tratta del primo trapianto di polmone in Italia da donatore ancora in vita.

Bimbo di 5 anni riceve polmone dal papà

Dopo un mese di ricovero presso l’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, il bambino è tornato a casa. Lo scorso 17 gennaio il piccolo di soli 5 anni ha ricevuto un polmone dal padre. Il primo caso in Italia di trapianto di polmone da un donatore vivente.

Prima era stato dimesso il papà, Ánduel, un uomo di 34 anni originario dell’Albania. Poi è toccato al figlio di 5 anni: tutta la famiglia, composta anche dalla moglie Ornéla di 35 anni è tornata insieme.

La mamma e il bambino erano arrivati in Italia nel 2018. Poco tempo dopo anche il papà li ha raggiunti. L’anno successivo, però, il bambino ha iniziato ad avere problemi di salute. I medici gli hanno diagnosticato una grave forma di talassemia.

L’11 giugno del 2021 il piccolo ha avuto bisogno di un trapianto di midollo. Il papà è riuscito a donarglielo. Ma la situazione è peggiorata velocemente, visto che il suo corpicino ha rigettato le cellule trapiantate, causando danni ai polmoni. Serviva un trapianto urgente.

Bimbo di 5 anni riceve polmone dal papà, dopo il trapianto di midollo osseo

Il papà, nuovamente, gli ha donato una speranza di vita, in quello che è il primo trapianto di polmone da donatore vivente.

Michele Colledan, direttore del Dipartimento di insufficienza d’organo e trapianti e dell’Unità di Chirurgia generale 3, ha spiegato:

Trapiantare bambino, al posto del suo polmone destro, il lobo inferiore del polmone destro del padre, sarebbe stato sufficiente a salvargli la vita con un organo che non sarebbe mai stato rigettato. Altro vantaggio rispetto alla donazione da deceduto è rappresentato dal fattore tempo, con la possibilità di programmare l’intervento in poche settimane anziché aspettare la chiamata dalla lista d’attesa.