Bimbo ucciso a Cardito. Il racconto di un poliziotto.
Cardito, bambino ucciso di botte dal compagno della madre. La sua sorellina è finita in ospedale. Un poliziotto ha raccontato le parole della piccola Noemi, quando è andato a trovarla...
Le sue immagini si vedono ovunque ormai da mesi. Tony Essobti Badre è l’uomo che ha ucciso di botte un bambino di soli 7 anni di nome Giuseppe, a Cardito, in provincia di Napoli. Tony, compagno della madre del piccolo, sotto effetto di spinelli e sovrastato dalla rabbia, si è accanito contro Giuseppe e contro la sua sorellina più piccola, picchiandoli con il bastone della scopa.
Il bambino di 7 anni è morto quella stessa sera, lo scorso 27 gennaio. Sua sorella, invece, è stata ricoverata in ospedale in condizioni critiche.
Quest’ultime sono state descritte da uno dei poliziotti che si è recato all’ospedale Santobono di Napoli, per parlare con la bambina riguardo l’omicidio. Ha raccontato che la piccola era piena di lividi e aveva gli occhi così gonfi, che per vedere doveva aprirsi le palpebre con le manine. Una scena da far venire i brividi. Tony si trova attualmente in carcere, così come la mamma dei due bambini, accusata di essere presente al momento dell’aggressione e di non aver fatto nulla per impedirlo.
Anche un altro poliziotto è intervenuto sulla vicenda, rilasciando la propria testimonianza. La sera dell’omicidio l’agente si è recato nella casa di questa famiglia e si è ritrovato a vedere una scena che non dimenticherà mai. Il piccolo Giuseppe era appoggiato sul divano, con il busto nudo, ricoperto di lividi e senza vita.
È stata proprio la sorellina di Giuseppe a confessare la verità su chi avesse ucciso il suo fratellino. “è stato papà Tony dovete portarlo in prigione. La sera beve e ci picchia e mamma deve chiamare i carabinieri. Ci ha picchiato con il bastone della scopa ma senza scopa. Ha colpito Giuseppe dietro la schiena e a me dietro l’orecchio. Mi ha fatto tanto male. Poi ha sbattuto la sua testa contro il muro…”
Quella sera, però, nessuno ha chiamato le forze dell’ordine.
La bambina ha anche dichiarato che le maestre erano a conoscenza di ciò che succedeva in casa ma non erano mai intervenute a riguardo. Dopo le sue parole, gli agenti hanno dato il via alle indagini ed hanno scoperto delle intercettazioni telefoniche che provano che all’interno dell’Istituto, tutti erano a conoscenza dei problemi di Noemi e Giuseppe ma nessuno ha mai allertato si servizio sociali.
Notizia in aggiornamento.