Brescia, rabbia nel reparto pediatrico. Qualcuno ha tagliato le sonde dell’ecografo dei bambini

RABBIA IN OSPEDALE: qualcuno si è divertito a tagliare le sonde dell'ecografo dei bambini, nel reparto di pediatria. Ecco dove è successo.

Lo spiacevole episodio si è verificato all’ospedale civile di Brescia ed ha lasciato dietro di sé, una scia di indignazione. A rendere noto quanto accaduto, è stato il direttore sanitario Camillo Rossi. Qualcuno ha tagliato le sonde dell’ecografo di bambini, nel reparto di cardiologia pediatrica. Un atto compiuto in modo intenzionale.

Purtroppo nessuno sa chi sia stato, anche se si sospetta che possa trattarsi di uno dei dipendenti della struttura ospedaliera.

Durante un normalissimo turno di lavoro, un medico si è reso conto che il macchinario era stato intenzionalmente danneggiato e reso inutilizzabile.

Si sospetta che il responsabile sia un operatore nell’ospedale, perché la porta non presentava segni di infrazione, quindi chiunque sia entrato nella stanza e abbia danneggiato le sonde dell’ecografo, era munito di chiavi.

L’indignazione è stata molta, anche perché tutti si domandano quale motivo ci possa essere dietro ad un gesto del genere. Perché danneggiare uno strumento che aiuta a curare dei bambini? Perché tanta rabbia nel reparto di pediatria?

Secondo quanto riportano le testate giornalistiche locali, il danno che è stato fatto all’ecografo, ammonta a circa 30.000 euro. Una somma piuttosto importante, che dovrà essere subito rispesa, perché il macchinario dovrà essere riparato. L’ospedale ha bisogno di utilizzarlo per poter continuare a visitare i piccoli pazienti ricoverati.

All’interno della struttura ospedaliera, si sta indagando per cercare di capire chi sia responsabile e per capire perché l’abbia fatto.

Per il momento non ci sono ulteriori notizie riguardo la vicenda.

Non è l’unica notizia degli ultimi giorni. È stato trovato il corpo senza vita della donna scomparsa lo scorso 17 gennaio. Marina Buttazzoni è stata rinvenuta nelle acque poco prima di Portopiccolo, a Sistiana, Trieste.

A lanciare l’appello della sua scomparsa, era stato suo fratello, dopo che Marina una mattina era andata a trovare sua madre, come era solita fare e le aveva detto che sarebbe partita per Trieste e che sarebbe tornata il lunedì successivo. Da quel momento di lei si era persa ogni traccia.