Carlos Mario Barletta morto sul lavoro a soli 20 anni
Carlos Mario Barletta era rimasto schiacciato da un cestello: dopo sei giorni di agonia in ospedale il suo cuore si è fermato per sempre
Enorme il dolore a Mazzè e Rondissone, nel torinese, per la tragica morte di Carlos Mario Barletta. Il ragazzo di soli 20 anni, residente da anni in Italia ma originario della Colombia, lo scorso 27 settembre era rimasto vittima di un grave incidente sul lavoro. Dopo giorni di agonia in ospedale, si è spento lo scorso martedì. Venerdì si è celebrato il funerale.
Solo 20 anni ed una vita intera davanti. Questo era Carlos, un giovane di origini colombiane ma da anni residente in Italia, paese in cui si era dato molto da fare iniziando a lavorare da giovanissimo.
Era assunto da una ditta di Pavia, specializzata nell’installazione di sistemi di sicurezza, e lo scorso 27 settembre era impegnato in un cantiere a Sona, nel veronese.
Si trovava su un cestello elevatore e quest’ultimo, per cause ancora da accertare, lo ha schiacciato contro il soffitto dello stabile.
Immediato l’arrivo dei soccorsi, allertati dai colleghi presenti sul posto, e il trasporto di Carlos all’ospedale Borgo Trento di Verona dopo che gli stessi medici lo avevano stabilizzato.
Il quadro clinico del giovane è risultato fin dall’inizio drammatico e ciò che nessuno si augurava, è purtroppo successo nella giornata di martedì. Dopo 6 giorni di agonia e disperati tentativi da parte dei dottori di salvarlo, Carlos Mario Barletta si è spento per sempre.
Il funerale di Carlos Mario Barletta
È la seconda tragedia avvenuta sul posto di lavoro che sconvolge la provincia di Torino nel giro di pochi giorni. Mazzè, comune in cui il 20 risiedeva, dista infatti solo pochi km da Brandizzo, luogo in cui nella notte del 31 agosto scorso è avvenuta la nota tragedia dei 5 operai travolti dal treno.
Il funerale di Carlos si è celebrato invece a Rondissone nel pomeriggio di venerdì 6 ottobre. Enorme la folla che ha voluto partecipare, tanto che la funzione è stata celebrata all’esterno della Cappella Beata Vergine delle Grazie.
Impossibile per tutti trattenere la commozione. Non ce l’ha fatta nemmeno Don Gino Casardi, che durante l’omelia ha detto:
Quando ho appreso la notizia, non sapete quello che ho provato. Sono andato subito a prendere le foto che ho qua. Era un piccolo grande uomo. Mi sono rassegnato, ma non ho accettato quanto è successo: ci mancherai e mi mancherai. Ti voglio bene.