Caso Mario Cerciello Rega, Finnegan Elder Lee spiega il suo gesto

Caso Mario Cerciello Rega, Finnegan Elder Lee spiega con un: "avevo paura di essere strangolato" la sua decisione di accoltellare il carabiniere

Nel caso della morte di Mario Cerciello Rega ci sono ancora molti punti oscuri che gli inquirenti cercano di chiarire. Uno di questi è il gesto inspiegabile di Finnegan Elder Lee che, trovandosi davanti il carabiniere, ha estratto il coltello e sferrando ben 11 fendenti. Il ragazzo americano, davanti agli inquirenti, si difende e spiega il suo gesto dicendo di aver avuto paura di essere strangolato. Ecco cosa avrebbe raccontato agli inquirenti.

Finnegan Elder Lee, sentito dagli inquirenti, avrebbe detto queste parole: “avevo paura di essere strangolato”. Il ragazzo americano arrestato il giorno dopo la morte del carabiniere, ha confessato il delitto ma, fino ad adesso, non aveva spiegato bene la motivazione. Mario Cerciello Rega era in borghese e disarmato ma si sarebbe qualificato come carabiniere. A riferire la spiegazione del ragazzo sono stati i suoi legali, Roberto Capra e Renato Borzone.

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Finnegan Elder Lee, però, insiste nel sostenere di essere stato assalito dal panico e di aver reagito pensando a un’aggressione. Per chi non lo sapesse, Finnegan Elder Lee e Christian Natale Hjorth erano lì quella sera per cercare di trovare una dose di droga. I due erano stati ingannati poco prima da un pusher che aveva dato loro, al posto della droga, semplice aspirina.

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È da precisare, però, che Finnegan Lee Elder, reo confesso, non avrebbe però ribadito la stessa confessione davanti al Gip.

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Roberto Capra, uno dei legali di Finnegan Lee Elder, ha aggiunto altre informazioni sulla strategia difensiva dell’accusato:

“Stiamo conducendo una serie di accertamenti per stabilire con esattezza la dinamica di quanto è accaduto la notte del 26 luglio sul luogo dell’omicidio e non è escluso che, aldilà delle persone direttamente coinvolte, possano esserci dei testimoni che possano aiutare a chiarire la vicenda. Ci auguriamo che la Procura riesca ad acquisire tutte le immagini della videosorveglianza in strada, affinché venga fatta piena luce sul caso”.

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Il ragazzo viene difeso a spada tratta anche dai genitori che, hanno fatto sapere, tramite il loro avvocato che sperano che: “la verità venga fuori e nostro figlio torni presto a casa. Abbiamo l’impressione che l’opinione pubblica abbia avuto un resoconto incompleto della verità degli eventi”.