Caso Mario Cerciello Rega, gli avvocati di Finnegan Elder Lee ritirano richiesta di scarcerazione

Caso Mario Cerciello Rega, gli avvocati di Finnegan Elder Lee ritirano la richiesta di scarcerazione del loro assistito: ecco la loro motivazione

Dopo la morte del carabiniere Mario Cerciello Rega, sono stati arrestati due studenti americani che attualmente sono detenuti nel carcere di Regina Coeli. I due dicianovenni sono Finnegan Elder Lee, che ha confessato di aver accoltellato il Vicebrigadiere e il suo amico Gabriel Christian Natale Hjorth. E il colpo di scena riguarda proprio Finnegan Elder Lee: i suoi avvocati hanno appena ritirato la richiesta di scarcerazione. Ecco cos’è accaduto.

Gli avvocati di Finnegan Lee Elder avevano deciso, inizialmente, di presentare istanza di scarcerazione per il loro assistito, chiedendo per lui gli arresti domiciliari. Poco fa, il colpo di scena: gli avvocati del ragazzo americano hanno ritirato la richiesta di scarcerazione rivolta al tribunale del Riesame. Ecco la loro motivazione, esposta dall’avvocato Renato Borzone:

“Evidente è che ci sono ancora investigazioni in corso, come quelle sugli abiti del carabiniere o dei ragazzi, e altre che non conosciamo. La dinamica dei fatti, e non la difesa, finora è fondata su una persona che ha mentito, su persone di dubbia reputazione e su testi ‘ballerini’. Stiamo lavorando sul caso per poter chiarire i passaggi fondamentali e quindi preferiamo attendere”.

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Si tratterrebbe, dunque, di una mossa tattica della difesa di Finnegan Elder Lee. I suoi familiari lo considerano una vittima della stampa italiana che, secondo loro, avrebbe travisato deliberatamente i fatti per metterlo in una cattiva luce.

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Ecco cosa ha affermato Craig Peters, l’avvocato della famiglia Elder, in un’intervista alla Cnn:

“Finn cerca di coltivare la speranza, ma ha sofferto di grave depressione dall’incidente. In prigione ha visto il modo in cui i media lo hanno dipinto e le circostanze del caso ed è stato difficile ascoltare i fatti così ingiustamente travisati. La famiglia spera che la verità emerga presto, così che chiunque è coinvolto possa iniziare il processo di recupero”.

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Poi l’avvocato Craig Peters ha proseguito spiegando che, per la difesa, l’intero processo sarebbe fondato sulla testimonianza di un “bugiardo” e ha dato ragione al suo collega italiano, Renato Borzone.

“Pare che la procura abbia fondato il suo quadro di ciò che accadde sulla scena sulla base della testimonianza di bugiardo dichiarato, un pusher di droga e un ubriaco. Dall’altro lato la versione dei ragazzi ha trovato conferme dagli incidenti obiettivi ed è la sola versione che ha senso”.