Caso Mario Cerciello Rega, in conferenza stampa chiariti alcuni punti dell’inchiesta

Caso Mario Cerciello Rega, finita da poco la conferenza stampa sulle indagini che ha chiarito alcuni punti della vicenda; ecco cosa è stato detto

È finita da qualche ora nella sede del Comando provinciale di Roma la conferenza stampa presso la sede di via San Lorenzo in Lucina. È stato fatto il punto sulle indagini svolte sulla morte del Vice Brigadiere Mario Cerciello Rega. Si è parlato anche dei due ragazzi americani arrestati, Finnegan Lee Elder e Christian Gabriel Natale Hjorth.

La morte del Vice Brigadiere Mario Cerciello Rega ha sicuramente devastato il cuore di un paese intero. Sulla vicenda si sta indagando ancora anche se sono stati già individuati i due sospetti che quella notte avrebbero tolto la vita al carabiniere. Durante l’intervento, i vertici dell’arma e i rappresentanti della procura hanno chiarito alcuni aspetti poco chiari.

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Il primo aspetto è stato il “caso del ragazzo americano bendato”. A fare luce su questa vicenda è stata il sostituto procuratore Michele Prestipino che, dopo aver espresso il suo dolore per la perdita di un valoroso e “insostituibile servitore dello Stato”, ha spiegato:

“Vi sono alcuni aspetti della vicenda che devono essere ancora approfonditi”, con vari accertamenti che “saranno condotti dal mio ufficio con scrupolo e tempestività”.

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Il sostituto procuratore ha voluto sottolineare che tutti gli interrogatori “si sono svolti secondo i termini di legge” e che il fatto che ha fatto indignare tutti (la benda sugli occhi di Christian Gabriel Natale Hjorth) che lui ha definito un fatto grave e inaccettabile, era stata già segnalata dalla stessa Arma.

Il secondo aspetto è stato quello che ha visto come protagonista il Vice Brigadiere Mario Cerciello Rega. In molti avevano cercato di capire perché il carabiniere non aveva con se l’arma quella sera. La risposta del Comandante Provinciale dei Carabinieri Francesco Gargaro ha chiarito tutti i dubbi: “il vicebrigadiere aveva dimenticata l’arma in caserma”. Ma il Comandante ha voluto precisare che questa dimenticanza non avrebbe influito sul destino del carabiniere Mario Cerciello Rega.

“Non hanno potuto usare le armi perché sono stati sopraffatti subito, l’unico che avrebbe potuto usarla era Varriale non lo ha potuto fare perché sarebbe stato indagato se avesse sparato contro una persona che scappava”.

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Infine, alla domanda dei giornalisti sul “perché Varriale però non ha sparato in aria?” il Comandante ha risposto che la prima preoccupazione del carabiniere in quel momento era “soccorrere il collega” e che gli “spari in aria a scopo di avvertimento non sono previste normativa”.

Poi si è parlato della presenza di altre pattuglie mandate in zona in appoggio ai due carabinieri. Il Comandante Provinciale dei Carabinieri Francesco Gargaro ha chiarito che erano state mandate 4 pattuglie che non sono riuscite, però, a rintracciare i due ragazzi americani. Infatti, ha proseguito il Comandante, “la distanza dall’hotel dove si sono nascosti viene è meno di 80 metri”. Questo ha permesso ai due americani di nascondersi in fretta.