Cecilia investita e uccisa, presa una decisione choc sui bambini alla guida dell’auto pirata

Una donna di 71 anni, Cecilia De Astis, è stata travolta e uccisa a Milano da un'auto guidata da un ragazzo di 13 anni, insieme a tre amici minorenni.

Un drammatico incidente ha scosso la tranquillità di una mattina d’estate a Milano. In via Saponaro, nel quartiere Gratosoglio, un’auto ha travolto una donna di 71 anni mentre passeggiava, causandole la morte. La vittima, identificata come Cecilia De Astis, è stata colpita da una Citroën bianca che procedeva a velocità eccessiva. L’incidente ha scatenato un’ondata di indignazione e preoccupazione sulla sicurezza stradale, specialmente considerando le circostanze legate all’automobilista coinvolto.

Le immagini delle telecamere di sorveglianza hanno documentato il tragico momento in cui la vita di Cecilia è stata spezzata. La situazione è diventata ancora più allarmante quando si è scoperto che il conducente era un ragazzo di soli 13 anni, accompagnato da tre amici di 11 e 12 anni. Questo elemento ha sollevato interrogativi sulla responsabilità e sull’educazione dei minori, rendendo il caso ancora più complesso.

Il profilo del conducente e dei passeggeri

I ragazzi coinvolti nell’incidente sono italiani, figli di famiglie rom di origine bosniaca, e vivevano in un campo alla periferia sud di Milano. Questo episodio ha innescato una riflessione profonda sulla sicurezza nella comunità locale e sull’adeguata supervisione dei minori. Le indagini condotte dalla polizia di Milano hanno rivelato dettagli inaspettati. Durante l’analisi delle riprese video, gli agenti hanno notato che i tre ragazzi indossavano magliette con i Pokémon, un particolare che ha fornito un indizio cruciale per le indagini.

Le magliette erano già state riprese da telecamere di un centro commerciale di Rozzano qualche giorno prima dell’incidente. Da questo indizio, gli investigatori hanno incrociato le immagini del parcheggio con la targa di una roulotte, portandoli al campo di via Selvanesco frequentato dai ragazzi. Secondo le ricostruzioni, la sera precedente all’incidente, il gruppo aveva già avuto accesso alla Citroën Ds4, di origine francese, che era stata parcheggiata vicino a un bed & breakfast.

I ragazzi avevano forzato il veicolo, rubando valigie e dispositivi elettronici appartenenti a turisti francesi. Durante questa rapina, avevano trovato anche le chiavi di scorta, il che ha consentito loro di utilizzare l’auto nuovamente il giorno successivo. Nella mattina dell’11 agosto, il 13enne ha deciso di mettersi al volante e, insieme ai suoi amici, ha imboccato una curva di via Saponaro a velocità sostenuta, perdendo il controllo del veicolo.

Le conseguenze dell’incidente e le indagini

L’auto, a causa dell’alta velocità, ha perso aderenza, superato il cordolo stradale e invaso il marciapiede, investendo Cecilia De Astis con un impatto devastante. La violenza dell’impatto non ha lasciato scampo alla donna, mentre i ragazzi a bordo, spaventati, hanno abbandonato il veicolo e sono fuggiti dalla scena. La rapidità con cui gli investigatori sono riusciti a rintracciare i responsabili è stata impressionante: in meno di 36 ore, grazie a una combinazione di immagini, testimonianze e indizi, sono stati identificati e localizzati.

Attualmente, la procura minorile e i servizi sociali stanno valutando le misure da adottare nei confronti dei minori coinvolti. Nonostante il grave incidente, i ragazzi sono stati riaffidati alle loro famiglie. Tuttavia, ci sono possibilità che possano essere trasferiti in una comunità, a causa della mancanza di supervisione adeguata da parte dei genitori. Non essendo scappati, per ora non c’è urgenza di prendere decisioni immediate sul loro futuro, ma la situazione resta sotto attenta osservazione da parte delle autorità competenti.