Che cos’è la tassa Covid-19 sugli scontrini
Molti si chiedono cos’è la tassa Covid-19 comparsa su alcuni scontrini; ecco cosa dovete sapere su questa cosiddetta tassa
La tassa COVID-19 ha provocato molti dibattiti e proteste da parte dei consumatori. Si tratta di una nuova voce che compare sugli scontrini elettronici di alcune attività commerciali che ha fatto infuriare molte persone. Ecco cos’è la tassa COVID-19 e cosa dovete sapere su questo argomento.
Abbiamo tutti attraversato un periodo molto difficile e ne stiamo uscendo piano piano. Molte attività sono rimaste chiuse a lungo e hanno riaperto dopo il 18 maggio. Alcune di queste attività hanno deciso di applicare una voce extra sugli scontrini che non è piaciuta molto ai consumatori. Questa voce, chiamata impropriamente tassa COVID-19, non è altro che un sovrapprezzo che alcuni esercizi commerciali hanno applicato per cercare di ricuperare i costi per le operazioni di sanificazione dei locali.
Molti consumatori si sono rivolti al Codacons per avere delle risposte. Della vicenda si è interessato Carlo Rienzi, il presidente di Codacons, che ha dichiarato:
“Numerosi consumatori hanno denunciato al Codacons un sovraprezzo, mediamente dai 2 ai 4 euro, applicato in particolare da parrucchieri e centri estetici ai propri clienti. Un balzello inserito in scontrino con la voce ‘Covid’ e che sarebbe imposto come contributo obbligatorio per sostenere le spese degli esercenti per sanificazione e messa in sicurezza dei locali”.
Il Codacons ha deciso di fare chiarezza su questa vicenda. Ecco cosa dovete sapere sulla tassa COVID-19.
Quant’è la tassa COVID-19?
L’importo può variare dai 2 ai 4 euro ed è presente sugli scontrini elettronici.
Chi la può applicare?
La cosiddetta tassa COVID-19 può essere inserita dagli esercenti come sovrapprezzo nello scontrino. Di solito, a introdurre questa tassa sono stati parrucchieri ed estetisti nelle grandi città ma non è del tutto improbabile trovarla anche nei piccoli centri di provincia e sugli scontrini di altre attività commerciali.
Alternative alla Tassa Covid-19
Alcuni esercenti hanno provato a ricuperare una parte dei soldi spesi per sanificare i locali anche in altri modi. Molti consumatori hanno segnalato rincari ingiustificati. Per esempio, molti proprietari di bar hanno aumentato il prezzo del caffè e del cappuccino mentre alcuni centri estetici hanno reso obbligatorio l’acquisto di un kit monouso prima di sottoporsi ai trattamenti estetici desiderati. A quanto pare, però, si tratta di casi isolati.
La tassa COVID-19 è legale?
La risposta è No! Anche se gli esercenti possono chiedere un extra per sostenere le spese fatte, il contributo deve essere volontario e sarà il cliente a decidere se pagare o meno. Segnalandolo nello scontrino, questo contributo può sembrare obbligatorio e sfuggire allo sguardo del cliente che pagherebbe senza sapere di averlo pagato.
Il Codacons, infatti, invita questi esercenti a ripensarci ed eliminare quella voce sugli scontrini. Per quanto riguarda il kit monouso obbligatorio, il Codacons ha provveduto a presentare una denuncia all’Antitrust e alla Guardia di Finanza.
In conclusione, vogliamo spezzare una lancia a favore degli esercenti. Molti di loro sono stati costretti a restare chiusi per 1-2 mesi senza ricevere alcun aiuto da parte del governo. È normale il tentativo di cercare di avere un aiuto per poter ripartire.