“Chi dovete cercare” Giallo di Villa Pamphili, una nuova scoperta potrebbe cambiare tutto

Nuove testimonianze emergono sul ritrovamento dei corpi a Villa Pamphili, suggerendo la presenza di un uomo con un fagotto, potenzialmente legato alla madre e alla neonata decedute

Le indagini riguardanti il rinvenimento dei due corpi a Villa Pamphili, a Roma, potrebbero subire una significativa evoluzione grazie a nuove testimonianze. Un gruppo di giovani, presenti nel parco nella serata di venerdì, ha riferito alla polizia di aver notato un uomo che si aggirava nei pressi del luogo del ritrovamento, con in braccio un “fagotto”, proprio nei paraggi dove è stata trovata la neonata.

Secondo quanto riportato da Il Messaggero, inizialmente i ragazzi non avevano prestato attenzione alla scena, ma una volta appresa la notizia del ritrovamento dei cadaveri, hanno sentito la necessità di contattare gli inquirenti. La testimonianza di questi giovani ha fornito agli investigatori un primo identikit dell’uomo, la cui immagine è attualmente in fase di verifica attraverso le banche dati alla ricerca di possibili corrispondenze.

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L’ipotesi più probabile è che il fagotto visto dai testimoni contenesse il corpicino della neonata, la quale aveva un’età stimata tra i cinque e i dieci mesi e che è stata rinvenuta nei pressi di una siepe all’interno del parco. Diversi frequentatori abituali della vasta area verde hanno confermato agli investigatori di aver notato, nei giorni precedenti il ritrovamento, una donna insieme a una bambina molto piccola. Alcuni hanno anche riferito di averli visti in compagnia di un uomo, il quale corrisponde alle descrizioni fornite dai ragazzi.

Stando a quanto emerso, i tre soggetti avrebbero vissuto in una tenda nascosta tra la vegetazione, non lontano da una fontana in cui si lavavano. Pare che si fossero accampati lì da almeno tre settimane. I testimoni hanno indicato che la donna e l’uomo sembravano avere un legame stretto e spesso si prendevano cura insieme della piccola, un dettaglio che avvalora l’ipotesi che le vittime siano madre e figlia, entrambe presumibilmente originarie dell’Est Europa. Tuttavia, sarà necessario un esame del DNA per confermare definitivamente la parentela.

Indagini e risultati delle autopsie

Intanto, i risultati preliminari delle autopsie, svolte nella serata di domenica, hanno rivelato che il corpo della donna, che potrebbe avere circa quarant’anni, non presenta segni evidenti di violenza, né ferite da arma da taglio o colpi di arma da fuoco. Per quanto riguarda la neonata, si rendono necessari ulteriori esami, compresi quelli tossicologici, che richiederanno tempi più lunghi. Un elemento significativo emerso è che i decessi sarebbero avvenuti in momenti differenti: la donna è deceduta per prima, come suggerisce lo stato di decomposizione del suo corpo, più avanzato rispetto a quello della bambina. Le impronte digitali della donna non hanno fornito riscontri nei database, indicando che non era mai stata segnalata o registrata precedentemente. Sul luogo del ritrovamento, che si estende in due zone diverse del parco, non sono state trovate tracce di trascinamento o passaggi di veicoli, il che suggerisce che i corpi siano stati trasportati a mano e collocati con attenzione. Sebbene portare in braccio una neonata possa sembrare poco sospetto, la stessa cosa non si può dire per un corpo adulto del peso di circa cinquanta chili.