Chi è Andrea Sempio, l’uomo indagato per l’omicidio di Chiara Poggi e perché otto anni fa era stato prosciolto
Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara Poggi, è stato nuovamente indagato per l'omicidio della giovane, riaprendo il caso a quasi 18 anni dal delitto di Garlasco.
Il caso dell’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto nell’agosto 2007 a Garlasco, ha recentemente assunto una nuova piega. Dopo quasi due decenni, l’indagine è stata riaperta e ha portato all’iscrizione di Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, nel registro degli indagati. Le nuove evidenze, in particolare quelle di natura genetica, stanno attirando l’attenzione degli inquirenti, anche se in precedenza le accuse a carico di Sempio erano state archiviate. Questo sviluppo sottolinea come la giustizia possa proseguire anche dopo un lungo intervallo di tempo, mantenendo viva l’attenzione su un delitto che ha segnato profondamente la comunità.

I nuovi sviluppi nell’indagine
La riapertura del caso ha portato a un rinnovato focus su Andrea Sempio, 36enne che all’epoca dei fatti era poco più che maggiorenne. Le accuse attuali di omicidio in concorso con ignoti o con Alberto Stasi, l’ex fidanzato di Chiara, sono supportate da una serie di prove. Queste includono il DNA rinvenuto sulla scena del crimine, le telefonate effettuate il giorno dell’omicidio e i verbali degli interrogatori. Sempio, assistito dall’avvocato Massimo Lovati, ha espresso grande sorpresa di fronte all’accusa, richiedendo di poter chiarire la propria posizione. Recentemente, è stato chiamato a sottoporsi a un test salivare, che in precedenza aveva rifiutato. La reazione dei genitori di Chiara, Giuseppe e Rita Poggi, è stata di riservatezza, evidenziando la delicatezza della situazione.
Alberto Stasi, condannato a 16 anni di reclusione per l’omicidio di Chiara, continua a dichiarare la propria innocenza. Nel febbraio scorso, la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha respinto il suo ricorso per annullare la condanna definitiva, lasciandolo attualmente in carcere con la possibilità di uscire quotidianamente per motivi lavorativi. La complessità del caso continua a sollevare interrogativi e a mantenere alta l’attenzione mediatica.
I sospetti a carico di Andrea Sempio
Le testimonianze raccolte nel corso degli anni hanno creato un quadro di sospetti attorno a Andrea Sempio. Marco Poggi, il fratello di Chiara, ha dichiarato che lui e Sempio trascorrevano del tempo nella casa della vittima, utilizzando il computer della ragazza. Tuttavia, questa affermazione contrasta con le dichiarazioni dei genitori di Chiara, che avevano sostenuto che Sempio non fosse mai entrato nella loro abitazione. Nonostante le discrepanze, emergono dettagli che fanno riflettere, come il fatto che Sempio si recava a casa Poggi in bicicletta e che il suo numero di scarpe coincide con l’impronta trovata sulla scena del crimine.
Un altro elemento di rilievo è uno scontrino di un parcheggio a Vigevano, conservato da Sempio e consegnato agli investigatori un anno e due mesi dopo l’omicidio, nel tentativo di dimostrare la sua assenza da Garlasco. Tuttavia, le analisi del suo cellulare lo collocano nel comune al momento dell’omicidio. La questione del profilo genetico è centrale; gli esperti hanno sottolineato che il DNA di Sempio potrebbe essere presente in modo indiretto sulle unghie di Chiara, suggerendo un uso condiviso del computer in casa Poggi. Queste evidenze continuano a essere oggetto di analisi approfondite da parte delle autorità.
La precedente archiviazione del caso
Nonostante i nuovi sviluppi, nel marzo 2017 il gip di Pavia, Fabio Lambertucci, aveva archiviato le accuse nei confronti di Andrea Sempio, dichiarando che non esisteva alcun movente a suo carico per l’omicidio di Chiara Poggi. Il magistrato aveva evidenziato che la consulenza tecnica sul materiale genetico presentata dalla difesa di Stasi non fosse attendibile e che i risultati fossero afflitti da gravi vizi. Lambertucci aveva anche escluso la possibilità di un movente legato a un possibile interesse sentimentale da parte di Sempio nei confronti della vittima, sottolineando che non vi era alcun elemento che giustificasse un atto così violento.
Il gip aveva chiarito che non c’erano riscontri per ipotizzare un movente di violenza sessuale, considerato che le modalità dell’omicidio suggerivano una relazione intima e quotidiana, assente dalle prove riguardanti i rapporti tra Sempio e Chiara. Pertanto, l’accusa nei confronti di Sempio era stata considerata infondata, ma con la riapertura del caso, il focus su di lui si è nuovamente intensificato, sollevando interrogativi sulla possibilità di una revisione delle evidenze e delle circostanze legate a questo tragico delitto.