Chiude l’azienda di famiglia, giovane imprenditore compie l’estremo gesto: troppo dolore

Lino Rosada, imprenditore di 57 anni, si suicida dopo la chiusura dell'azienda di famiglia a Gaiarine, scosso dalla perdita di commesse e da un periodo di fragilità personale.

La tragica morte di Lino Rosada, un imprenditore di 57 anni originario di Gaiarine, in provincia di Treviso, ha scosso profondamente la comunità locale. La sua decisione di porre fine alla propria vita è avvenuta dopo la chiusura dell’azienda di famiglia, la Link sas, specializzata nella produzione di schede elettroniche. La decisione di chiudere l’attività, presa in accordo con le sorelle, è stata influenzata dalla sospensione di alcune commesse da parte di una multinazionale americana. Un evento che ha avuto conseguenze devastanti su Rosada, portandolo a compiere un gesto estremo domenica scorsa, 6 aprile.

Lino Rosada si suicida a 57 anni, dopo la chiusura dell’azienda di famiglia a Gaiarine (Treviso)

La notizia della sua morte ha colto di sorpresa la comunità, poiché Rosada aveva già manifestato l’intenzione di cercare un nuovo lavoro da dipendente, con colloqui programmati per i giorni successivi. Era noto non solo per la sua attività imprenditoriale, ma anche per il suo impegno sociale. Le sorelle di Lino, Maria Assunta e Katiuscia, hanno deciso di condividere la loro esperienza con i media per far luce sulle circostanze che hanno portato a questa tragedia. Hanno raccontato di come le recenti difficoltà economiche avessero influenzato le decisioni familiari riguardo all’azienda, portando a una valutazione sull’opportunità di continuare o meno l’attività.

Le parole delle sorelle

Katiuscia Rosada ha spiegato che la comunicazione ricevuta circa la sospensione delle commesse da parte del cliente principale aveva messo in discussione il futuro dell’azienda. “Nell’arco di due o tre mesi non sarebbero state più erogate altre commesse”, ha dichiarato. La mattina della tragedia, il padre ha trovato Lino senza vita. Le sorelle hanno rivelato di aver discusso della sostenibilità dell’azienda e di aver preso la decisione di chiudere, con la speranza di rimettersi in gioco in un nuovo lavoro. Katiuscia ha aggiunto che non aveva mai percepito segnali di una crisi così profonda nel fratello, che sembrava aver trovato la forza di affrontare il cambiamento.

Nessun legame con i dazi di Trump

Dopo la morte della madre, Lino stava già affrontando un periodo di fragilità, ma la famiglia ha scelto di non attribuire colpe a fattori esterni. Le sorelle hanno sottolineato che non vi è alcun collegamento tra la decisione di chiudere l’azienda e le politiche commerciali statunitensi, specificando che le difficoltà erano già emerse prima dell’attuale contesto politico. “Le decisioni dell’azienda sono pregresse rispetto a quello che sta facendo ora la politica americana”, hanno affermato, evidenziando il profondo dolore per la perdita e la complessità della situazione che ha portato a tale esito tragico.