“Come lo hanno trovato” Il dettaglio sull’arresto di Andrea Cavallari: come gli inquirenti lo hanno trovato

Andrea Cavallari, evaso per due settimane dopo la condanna per la strage della discoteca Lanterna Azzurra, è stato arrestato a Barcellona grazie a un'operazione congiunta delle forze dell'ordine

La cattura di Andrea Cavallari segna un importante sviluppo nel caso della strage avvenuta alla discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo. Dopo una fuga durata due settimane, il 26enne è stato arrestato a Barcellona, in Spagna, dove si era rifugiato dopo essersi allontanato durante un permesso temporaneo. La vicenda ha riacceso il dibattito sulla gestione dei permessi per i detenuti condannati per crimini gravi e pone interrogativi sulla sicurezza delle misure di sorveglianza.

La fuga di Andrea Cavallaro

Andrea Cavallari, condannato a 11 anni e 10 mesi per la strage della discoteca Lanterna Azzurra, ha evaso il 3 luglio mentre si trovava in permesso per discutere la tesi di laurea in Giurisprudenza all’Università di Bologna. Il permesso era stato concesso sulla base della sua buona condotta in carcere e della sua volontà di completare il percorso accademico. Dopo aver sostenuto la prova e pranzato con i familiari, Cavallari non è rientrato nel penitenziario della Dozza, dando inizio a una fuga che ha sollevato numerose polemiche e discussioni sul sistema carcerario e sui permessi premio.

Inizialmente, le autorità hanno considerato Cavallari non pericoloso per la società, il che ha portato alla decisione di non accompagnarlo con agenti di polizia penitenziaria durante il permesso. Questa scelta ha alimentato le critiche riguardo alla gestione dei detenuti condannati per crimini gravi e alla loro possibilità di ottenere permessi di uscita. La Procura di Bologna ha avviato un’indagine per evasione e sta esaminando eventuali responsabilità di persone che potrebbero aver facilitato la fuga di Cavallari.

La cattura di Cavallari a Barcellona

La latitanza di Andrea Cavallari è terminata il 17 luglio, quando è stato arrestato grazie a un’operazione congiunta tra il Nucleo investigativo regionale della Polizia Penitenziaria, i carabinieri, la polizia italiana e le autorità spagnole. Coordinati dalle Procure di Bologna e Ancona, gli agenti hanno riconosciuto Cavallari mentre si trovava in un quartiere centrale di Barcellona. L’uomo, apparentemente tranquillo, stava passeggiando per le strade affollate della città, senza mostrare segni di preoccupazione.

Le indagini iniziali avevano portato a ipotizzare diversi possibili rifugi per Cavallari, con il padre che aveva suggerito un possibile soggiorno in Sud America. Altri avevano avanzato le ipotesi dell’Albania o dell’Ucraina, paese di origine della madre del giovane. Tuttavia, le autorità sono riuscite a rintracciarlo a Barcellona, dove è stato fermato senza opporre resistenza.

Procedura di estradizione e responsabilità

Dopo l’arresto, le autorità italiane stanno procedendo con le pratiche necessarie per l’estradizione di Andrea Cavallari verso l’Italia. Una volta riportato nel paese, dovrà scontare il resto della sua pena e rispondere anche della nuova accusa di evasione. L’arresto ha sollevato interrogativi sulla gestione dei permessi di uscita per i detenuti, in particolare per coloro che hanno commesso reati gravi. Le autorità competenti stanno esaminando le responsabilità legate al caso per garantire che simili eventi non si ripetano in futuro.