Come Rosa Vespa è riuscita a rapire la neonata in clinica a Cosenza, emerso in queste ore un agghiacciante dettaglio 

La madre racconta il rapimento della sua neonata a Cosenza, avvenuto grazie all'inganno di una donna che si è spacciata per puericultrice, sfruttando la mancanza di controlli in clinica

Il rapimento di una neonata avvenuto il 21 gennaio presso una clinica di Cosenza ha scosso l’opinione pubblica. La madre della piccola ha raccontato i momenti di terrore e confusione che ha vissuto, descrivendo come una donna, spacciandosi per puericultrice, sia riuscita a portare via la sua bambina. Questo episodio ha sollevato interrogativi sulla sicurezza e sul controllo all’interno delle strutture sanitarie.

Il drammatico racconto della madre

La madre della neonata ha ricostruito gli attimi che hanno preceduto il rapimento, evidenziando la calma e la determinazione con cui la donna ha agito. “Ho pensato alla tranquillità e alla professionalità con la quale quella donna è entrata spacciandosi per una puericultrice. È stato un attimo e ha preso mia figlia”, ha dichiarato. Questo episodio, descritto come un vero e proprio incubo, ha lasciato segni indelebili nella vita della madre, che ha temuto di perdere per sempre la sua piccola.

Le indagini hanno rivelato che la donna, identificata come Rosa Vespa, aveva già messo in atto un piano per rapire la neonata. Si era presentata in clinica come se fosse una puericultrice e aveva ingannato il personale e i familiari, facendo credere di aver partorito un maschietto. Questo comportamento ha destato preoccupazione tra gli investigatori, che hanno avviato un’indagine approfondita per capire come sia stato possibile un simile inganno.

La dinamica del rapimento

Secondo quanto ricostruito dalle autorità, Rosa Vespa si è aggirata per diversi giorni all’interno della clinica prima di mettere in atto il suo piano. Il giorno del rapimento, si è presentata nel reparto maternità, bussando alle porte per farsi consegnare un neonato. Dopo aver ricevuto un rifiuto in un’altra stanza, ha trovato l’occasione propizia nella stanza della piccola rapita, approfittando del fatto che la neonata non era stata cambiata da ore.

La madre della neonata ha raccontato che nessuno si era presentato per il cambio del pannolino, lasciando la piccola in una situazione di vulnerabilità. Rosa Vespa ha bussato alla porta, presentandosi come puericultrice e chiedendo informazioni sulla bambina. La madre ha risposto che la neonata era stata prelevata per un cambio, ma la donna ha insistito, affermando che era passato troppo tempo e chiedendo di poter cambiare la bambina. Questo momento ha permesso a Rosa di allontanarsi indisturbata con la neonata.

Le conseguenze e l’allerta della madre

La madre ha raccontato di aver iniziato a preoccuparsi dopo circa venti minuti dalla scomparsa della sua bambina. Inizialmente, aveva chiesto al marito di informarsi, ma nessuno aveva sollevato sospetti. Solo quando ha incrociato un’ostetrica nel corridoio ha iniziato a comprendere la gravità della situazione. L’ostetrica ha suggerito che la neonata potesse essere al piano superiore per una visita, ma in realtà la bambina era stata già rapita.

La madre ha descritto il momento del rapimento come un incubo, affermando di non riuscire a chiudere occhio nei giorni successivi. Ha sottolineato come, nonostante fosse all’interno di una clinica, non vi fosse stata alcuna attenzione ai dettagli, e il fatto che fosse riuscita a allontanarsi con la neonata senza destare alcun sospetto ha evidenziato gravi lacune nel sistema di sicurezza. “Io ero una degente in un luogo di cura. La bimba non poteva passare per visitatrice. Nessuno si è accorto di nulla, perché l’allarme l’ho dato io”, ha concluso la madre, mettendo in luce la necessità di un controllo più rigoroso all’interno delle strutture sanitarie.