Coronavirus, bambina di 4 anni positiva: i genitori si rifiutano di fare il tampone

Prima di un intervento chirurgico, una bambina di 4 anni è stata sottoposta al tampone, come richiede il protocollo anti-contagio: positiva al Coronavirus

Una bambina di 4 anni è risultata positiva al Coronavirus a Cosenza, ma i suoi genitori si sono rifiutati di sottoporsi ai tamponi. I medici hanno fatto la scoperta prima di un intervento chirurgico. Vista l’emergenza sanitaria e la prassi da seguire, prima di essere portata in sala operatoria, la piccola si è sottoposta al tampone per il Covid.

Dopo il risultato positivo, i medici dell’ospedale dell’Annunziata hanno rimandato la bambina di 4 anni a casa ed hanno gentilmente chiesto alla famiglia di rimanere in quarantena, in attesa dei tamponi e della ricostruzione dei loro contatti negli ultimi giorni.

Positiva una bambina di 4 anni

La mamma e il papà hanno deciso di far fare alla piccola un test sierologico pungidito, che è risultato negativo. Così hanno continuato a comportarsi come se nulla fosse e all’arrivo dell’Asp, si sono rifiutati di fare i tamponi.

Positiva una bambina di 4 anni

La task force, alla fine, si è ritrovata costretta a chiamare le forze dell’ordine. Soltanto quando è tornata la calma, la famiglia ha acconsentito ai tamponi e alla quarantena. Dovranno rimanere a casa fino al risultato dei tamponi. Adesso si sta risalendo a tutti i contatti della bimba e della famiglia, così da poter tenere sotto controllo la situazione.

Bambina positiva a Roma

Positiva una bambina di 4 anni

Anche a Roma, all’inizio del mese, hanno chiuso centro estivo perché una bambina di 5 anni è risultata positiva. Insieme a lei, anche il fratello maggiore. Quest’ultimo aveva partecipato ad una cena di fine anno. La mamma, invece, è risultata negativa.

Dopo i primi sintomi, la famiglia ha lanciato l’allarme: febbre alta e dolore articolare. Sono state rintracciate tutte le persone che quel giorno hanno mangiato nello stesso ristorante del ragazzo e tutte le famiglie dei bambini che frequentavano il centro estivo.

In molti oggi si lamentano della Fase 3, perché le persone si comportano come se tutto fosse finito. Non usano più le mascherine e non rispettano le norme anti-contagio. La paura è che possano scoppiare nuovi focolai.

Notizia in aggiornamento.