Coronavirus, come richiedere il rimborso per l’abbonamento della palestra

Coronavirus, le palestre e i centri benessere sono chiusi. Come possiamo ottenere il rimborso del abbonamenti? Ecco il modulo pubblicato dal Codacons.

Secondo l’articolo 1463 del codice civile è possibile richiedere la somma o il rimborso per un servizio di cui non si è potuto beneficiare a causa dell’emergenza coronavirus, ad esempio l’abbonamento della palestra.

Sappiamo che i centri sportivi e le palestre da circa un mese sono chiuse e sempre più persone stanno cercando di ricevere indietro il proprio abbonamento. Ma molti gestori stanno proponendo ai clienti di congelare il proprio abbonamento per poter usufruirne quando terminerà il lockdown.

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Il presidente dell’Unione Nazionale consumatori, Massimiliano Donà, ha spiegato che ciascun consumatore ha il diritto al rimborso della quota parte di abbonamento del quale non può usufruire.

Ciò vuol dire che se il centro in questione non dovesse riuscire ad arrivare alla fine dell’emergenza ma fosse costretto a chiudere prima a causa della crisi economica, il consumatore non avrebbe alcun abbonamento da far scattare una volta terminato il look down. Per questo motivo è possibile per l’abbonato richiedere un rimborso.

È stato pubblicato dal Codacons un modulo dove è possibile richiedere il rimborso parziale del proprio abbonamento in palestra o in piscina che deve essere proporzionale al periodo di chiusura.

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Gli abbonamenti per palestre, piscine, corsi di ballo, scuole calcio e altre attività devono essere rimborsati ai consumatori, in proporzione alla parte di servizio non usufruita a causa dell’ emergenza coronavirus“, ricorda il Codacons.

Ricordiamo che la restituzione della somma pagata per un servizio di cui non si è potuto beneficiare, è prevista dall’articolo 1463 del codice civile.

Ogni giorno riceviamo centinaia di messaggi da parte di utenti che avevano attivato abbonamenti mensili, trimestrali o annuali presso strutture come palestre e piscine, o per usufruire di scuole calcio, corsi di ballo, di cucina, e altre attività artistiche, sportive o culturali, e che chiedono come riavere indietro i soldi spesi“, ha spiegato il Segretario Nazionale Francesco Tanasi.

“E’ evidente che la sopravvenuta impossibilità di godere dei servizi acquistati realizza il diritto del consumatori di ottenere la restituzione di quanto pagato. Ciò in virtù dell’ art.1463 del codice civile secondo cui ‘Nei contratti con prestazioni corrispettive, la parte liberata per la sopravvenuta impossibilità della prestazione dovuta non può chiedere la controprestazione e deve restituire quella che abbia già ricevuta, secondo le norme relative alla ripetizione dell’ indebito'”.

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Quindi, a tutte quelle persone che stanno pagando l’abbonamento, è stata concessa la possibilità di interrompere i versamenti tramite una comunicazione scritta che attesti l’impossibilità di godere del servizio a causa dell’emergenza coronavirus.