Coronavirus, cos’è l’immunità di gregge e perché sarebbe la soluzione sbagliata

Boris Johnson aveva parlato dell'immunità di gregge indicandola come soluzione per la pandemia di Coronavirus; ecco cos'è e perchés sarebbe sbagliata

Con l’espansione dei contagi da Coronavirus, ogni paese ha preso le proprie decisioni. Ha fatto scalpore la posizione del Regno Unito che sembra voler ignorare il problema. Il premier Boris Johnson aveva parlato dell’immunità di gregge. Ecco cos’è e perché sarebbe la soluzione sbagliata.

Le parole del premier del Regno Unito, Boris Johnson, avevano scatenato l’ira di molti. Il primo ministro inglese aveva parlato dell’immunità di gregge e aveva usato una frase shock: “Molte famiglie perderanno i loro cari prima del tempo”, aveva detto Boris Johnson.

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Ricordiamo che l’Oms ha dichiarato che si tratta di Pandemia. Per questo la posizione del Regno Unito è risultata incomprensibile per gran parte del mondo. Ma cos’è esattamente l’immunità di gregge? Cerchiamo di scoprirlo insieme al virologo Fabrizio Pregliasco.

Cos’è?

La definizione del termine è abbastanza complessa ma, in poche parole, possiamo dire che immunità di gregge (herd immunity) è una forma di protezione indiretta per gli individui con una bassa risposta immunologica.

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L’immunità di gregge si raggiunge vaccinando gran parte dei membri di un gruppo per tutelare anche quelli che non possono essere vaccinati. L’immunità di gregge viene conosciuta anche come immunità di branco o immunità di gruppo.

Come funziona?

A spiegare meglio il funzionamento dell’immunità di gregge è il virologo Fabrizio Pregliasco che, in un intervista concessa a Repubblica ha detto:

“L’immunità di gregge si ha in quella situazione in cui un gran numero di persone sono immunizzate e / o vaccinate, nel caso appunto esista già un vaccino, contro un’infezione. A seconda di quante sono le persone immunizzate e a seconda dell’efficacia del vaccino, se c’è, queste persone che non possono ammalarsi e quindi non possono a loro volta contagiare altri fanno da barriera alla diffusione ulteriore del contagio”.

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che si verifica quando la vaccinazione di una parte significativa di una popolazione (o di un allevamento) finisce con il fornire una tutela anche agli individui che non hanno sviluppato direttamente

Come si applicherebbe nel caso del Coronavirus?

In pratica, la linea del governo inglese, sarebbe quella di lasciare fare al virus. I contagi aumenterebbero, le persone più forti sopravviverebbero acquisendo immunità al virus. In questo modo si creerebbe l’immunità di gregge che, in teoria, dovrebbe proteggere anche le persone immunodepresse. Purtroppo, però, l’effetto collaterale di questa soluzione sarebbe terribile: le persone più deboli morirebbero. E questo, lo sa bene il premier Boris Johnson che lo ha anche detto durante una conferenza stampa.

Perché sarebbe la soluzione sbagliata?

In questo momento le cifre parlano chiaro e non sono affatto incoraggianti: nel Regno Unito potrebbero essere circa 10 mila i possibili casi di Coronavirus, parlando solo dei registrabili perché quelli che l’hanno contratto il virus in passato non si conoscono. La strategia del governo inglese è stata già bollata come “una cosa assurda” e “ridicola” da Giovanni Rezza, il direttore del dipartimento di malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità.

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Anche il virologo Fabrizio Pregliasco si è scagliato contro a questa soluzione, a sua detta inammissibile e pericolosa, un’affermazione “bestiale”:

“È la strategia che usiamo con le vaccinazioni universali. Per questo puntiamo ad avere il 95 per cento della popolazione vaccinata, ad esempio contro il morbillo, in modo da proteggere persone che per vari motivi non possono vaccinarsi. In ogni caso, ripeto, è una strategia che si usa quando esiste un vaccino e per il coronavirus non c’è. Inoltre, la percentuale di persone immunizzate utili a fare da barriera varia da malattia a malattia: in altre parole, ci sono malattie più contagiose, per le quali la percentuale di persone immunizzate deve essere più alta”.

Fabrizio Pregliasco ha poi aggiunto:

“Come detto da più esperti, ci muoviamo in un terreno in gran parte inesplorato, ma dalle prime evidenze scientifiche è chiaro che la contagiosità del coronavirus è elevatissima. E ancora, il problema è la velocità con cui le persone vengono contagiate, una velocità che causa un gran numero di ammalati contemporaneamente e strutture sanitarie al collasso”.

Affidarsi, dunque, all’immunità di gregge in questo caso è sbagliato per varie ragioni:

  • è una strategia che si usa quando c’è un vaccino e, in questo caso, non esiste un vaccino per il COVID-19
  • la contagiosità del coronavirus è elevatissima e richiede una percentuale di persone immunizzate più alta per essere efficiente
  • causa un numero elevato di ammalati contemporaneamente e spinge le strutture sanitarie al collasso
  • le azioni intraprese dall’Italia e altri paesi potrebbero essere vanificate dall’inazione della Gran Bretagna

Dopo le polemiche è arrivato anche il commento dell’esecutivo inglese che ha voluto specificare, come riportato dall’Adnkronos:

“Il nostro obiettivo è ridurre il picco dell’epidemia così che il Servizio sanitario nazionale sarà in una condizione più forte, quando le condizioni climatiche miglioreranno”.