Coronavirus, i figli affidano le ultime strazianti parole di addio al necrologio

I figli di una giovane coppia, morti a causa del Coronavirus affidano al necrologio l'ultimo straziante saluto

Questo virus ci sta togliendo tutto. La libertà, le certezze e soprattutto i nostri cari. E insieme ad essi va via anche la possibilità di dare loro un ultimo saluto. Le persone muoiono in solitudine e i posti nei cimiteri sono terminati, tanto che non è possibile nemmeno dire addio ai propri cari. L’unico modo per rendere omaggio ai nostri morti restano le parole o i messaggi.

necrologi

Raddoppiano, anzi triplicano i necrologi sulle pagine dei giornali. E le dediche che vi si leggono straziano il cuore. È il caso di Romano Zanini, imprenditore di Sesto San Giovanni, colpito dal Coronavirus e destinato a morire, decide di scrivere un toccante epitaffio per sua moglie anche lei malata.

I due sono passati a miglior vita a pochi giorni l’uno dall’altra e i figli hanno reso loro omaggio pubblicando le dolci parole che Romano aveva scritto in precedenza per sua moglie:

“Ciao Emilia, amore mio. Abbiamo camminato insieme per una vita, uno di fianco all’altra. Adesso siamo in pace e insieme per sempre“.

funerali

Bruno, suo figlio, affida al Corriere dello Sera l’ultimo toccante saluto che il padre aveva dedicato alla madre e aggiunge:

Hai lottato, hai sofferto tutta sola, alla fine ci hai lasciato per raggiungere il tuo amato Romano, rimarrete sempre insieme. La tua gentilezza, il tuo amore saranno sempre con me”.

Nel necrologio si leggono anche le parole dell’altro loro figlio, Alessandro, che scrive:

Te ne sei andata anche tu sola e senza nessuno di noi vicino. Sono sicuro che ti sei accorta che sono sempre stato lì con te. Ti stringevo, ti baciavo e ti abbracciavo sempre, notte e giorno. Ti ho tenuto per mano e ti ho accompagnata dal papà“.

funerali

Questi, ad oggi, sono gli unici mezzi possibili per dare un giusto saluto ai propri morti. Ogni funzione è annullata, ogni rito solenne posticipato, ogni addio va dato da lontano. Chi muore oggi, per questo virus, lo fa in solitudine, ma mai nell’abbandono.

Le parole scritte dai sopravvissuti gridano e rompono il muro di silenzio e isolamento, toccando direttamente i cuori di chi rimane e piange le vittime.