Coronavirus, il frate mette il telefono sulla salma: “Prego insieme ai parenti”
La morte che questa pandemia sta diffondendo è piena di solitudine, un frate del bergamasco prega con i parenti da casa tramite telefono
La morte in questi tempi è immensamente crudele. Questa pandemia sta falciando milioni di vite. Tra la gente c’è paura. Non è solo la paura a dominare gli animi delle persone, ma anche la solitudine. L’isolamento nelle case che spesso ci costringe a stare lontani dai nostri cari.
L’aspetto più doloroso rimane comunque quello dei pazienti, costretti ad affrontare la loro malattia in solitudine totale, soffocando paure e dubbi. Negli ospedali i pazienti sono costretti a stare da soli senza parenti, senza una stretta di mano o la carezza di una mamma. Un frate missionario Fra Apassiti di Bergamo ci racconta:
“I famigliari dei defunti mi chiamano, io metto il cellulare sulle salme dei loro cari e preghiamo insieme”.
Questo anziano missionario viene chiamato per dare conforto ai parenti delle vittime nell’ospedale Giovanni XXIII del bergamasco. Nell’intervista rilasciata a InBlu Radio racconta scene strazianti e apocalittiche.
L’anziano missionario ci tiene a specificare che i suoi aiuti vengono dati con il massimo rispetto delle regole sanitarie imposte. Una prassi che va messa in atto per la sua salute e quella di tutti, tenendo conto delle rigide misure di sicurezza. Il frate si commuove mente dice:
“L’altro giorno una signora, non poteva più salutare il marito defunto, e mi ha chiesto di fare questo gesto”.
E aggiunge: “Ho benedetto la salma del marito e fatto una preghiera mentre ero in contatto telefonico con la moglie, ci siamo molto commossi”.
Ma il suo racconto non finisce qui: “Non posso più vedere di persona i malati. Devo rimanere dietro la porta della stanza. Però continuo ad andare per tranquillizzare tutti i pazienti, che si preoccupano per me, che sto bene e che non sono stato contagiato. La maggior parte delle mie ore le trascorro nella cappella dell’ospedale a pregare”.
Questa pandemia finirà sui libri di storia e insieme a essa il numero dei morti e quello dei sopravvissuti. Ma una cosa mancherà su quei libri, la sofferenza la solitudine di defunti e parenti.