Coronavirus, il paziente numero 1 di Napoli è guarito

Parla il paziente numero 1 di Napoli che è guarito e racconta la sua esperienza

Spesso in questi giorni abbiamo sentito parlare di “paziente 1“. Questa locuzione indica il primo paziente positivo al Coronavirus registrato all’interno di una zona circoscritta. Il paziente 1 della città di Napoli è un avvocato di 49 anni di nome Francesco, che era stato ricoverato agli inizi di marzo. Finalmente, oggi Francesco è guarito, dopo essere stato ricoverato per 25 giorni all’ospedale Cotugno. Del suo studio legale fanno parte altri sette membri, tutti negativi.

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“Ci siamo organizzati con 12 indirizzi mail ciascuno e una stanza virtuale che ci consente di gestire da remoto ogni procedimento. Abbiamo attraversato momenti duri, ora ripartiamo”.

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L’avvocato una volta tornato a casa ha voluto lasciare alcune dichiarazioni. Ecco cosa ha raccontato:

“Questo virus è come un’ultima mano di poker, puoi vincere e recuperare, oppure perdere tutto. Sono stato additato come l’untore della città e questo mi ha ferito profondamente, anche perché non è vero: in ospedale c’erano persone che avevano contratto il virus prima di me, sempre al rientro dal Nord. C’è una cosa che molti forse non hanno compreso. Questa è una guerra. Io stesso, in ospedale, mi sono sentito come un prigioniero di guerra. Per 25 giorni ho visto persone infagottate in uno scafandro, gente che soffriva. Sono rimasto 12, forse 13 giorni da solo, con l’ossigeno”.

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Il suo racconto seguita e ci dice:

“Non lo augurerei neanche al mio peggior nemico. Mi sento uno sfortunato fortunato.La sfortuna è stata contrarre il virus. La fortuna uscirne grazie alla professionalità e l’umanità del personale del Cotugno”.

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L’avvocato però aveva criticato severamente la gestione del pronto soccorso il 26 febbraio, quando chiese di fare il tampone dopo i primi sintomi al rientro da Milano. Davanti a questa dichiarazione riportatagli dal giornalista in un’intervista, Francesco ha risposto:

Sì e lo confermo. In quel momento non ho ricevuto assistenza adeguata, io come gli altri che erano lì. Troppi sono tornati a casa senza aver fatto il test. Questa emergenza è stata inizialmente sottovalutata a livello istituzionale. Cotugno a parte, negli altri ospedali non sono attrezzati a fronteggiare la situazione“.

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“Mi raccontano storie di pazienti in tenda, al freddo, altri a casa senza notizie sull’esito degli esami e senza cure. Poi sento il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, che si sta curando a domicilio con gli antivirali. E come fa, visto che alcuni non si trovano in commercio?”

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Infine Francesco parla dei suoi piani per il futuro. Dice di voler solo restare un po’ tranquillo e riprendere a lavorare. Tanti dei suoi amici non ci sono più. Qualcuno lo conosceva bene, come i medi legali Antonio Buonomo e Nino Autore. Si indigna quando sente dire che chi è morto era anziano oppure aveva patologie. Erano persone come noi. Vorrebbe risvegliarsi e trovare il mondo com’era prima. Ma visto che non è possibile, che questa guerra finisca presto per tutti.