Coronavirus, la tecnica del professor Gattinoni
Coronavirus, perché i pazienti di terapia intensiva vengono messi a pancia in giù? È una tecnica italiana salvavita ideata dal professor Luciano Gattinoni. Ecco a cosa serve:
Coronavirus, perché i pazienti di terapia intensiva vengono messi a pancia in giù? È una tecnica italiana salvavita ideata dal professor Luciano Gattinoni. Ecco a cosa serve:
A ideare la tecnica della posizione prona, ovvero a pancia in giù, è stato il professor Luciano Gattinoni.
I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono colpiti dalla sindrome da distress respiratorio acuto che è una grave condizione di insufficienza respiratoria con danno polmonare. Questa è la conseguenza più grave di chi viene colpito dal Covid-19.
Questa tecnica ora viene utilizzata in tutto il mondo. Il professor Luciano Gattinoni ha lavorato per decenni al perfezionamento e alla dimostrazione dell’efficacia della sua tecnica.
Questa posizione non è nata per il trattamento dei pazienti colpiti dal coronavirus visto che questa patologia è emersa alla fine dello scorso anno nella città di Wuhan, ma una delle principali complicanze scatenate dall’agente patogeno è una grave insufficienza respiratoria.
Gattinoni insieme ai suoi colleghi, ha messo a punto questa tecnica per trattare i pazienti con sindrome da distress respiratorio acuto che è una condizione caratterizzata da danno polmonare, con lesioni alle pareti dei capillari e versamento di fluidi.
Il professore ha spiegato al Corriere della Sera che questa tecnica favorisce la guarigione dei pazienti perché dalle TAC polmonari è possibile osservare che la porzione superiore dei polmoni, è piena d’aria mentre quella compromessa è quella più vicina alla colonna vertebrale.
Per questo motivo, Gattinoni e i suoi colleghi capirono “che mettendo il paziente a pancia in giù il sangue sarebbe andato nella parte aperta e ci sarebbe stata una ossigenazione migliore. E questo in effetti succedeva“.
Facendo nuovamente le TAC, “capimmo che il miglioramento non era tanto dovuto all’ossigenazione, quanto al fatto che in posizione prona le forze si distribuiscono nel polmone in modo più omogeneo. Pensi ad un polmone sottoposto all’energia meccanica del respiratore, è come se gli venissero dati continui calci: tam, tam, tam. Ovviamente più questa forza viene distribuita omogeneamente, meno danni fa. Adesso questa tecnica è entrata nel bagaglio delle conoscenze ed è usata in tutto il mondo“.
Grazie a questa intuizione tutta italiana, oggi è possibile salvare la vita anche dei pazienti colpiti dal coronavirus.