Coronavirus, Ministro Nunzia Catalfo a Tagadà: “Poste Italiane e Inps, pagamento anticipato delle pensioni”
Coronavirus, poco fa le parole del Ministro Nunzia Catalfo su un tema molto importante nel nostro Paese: le pensioni. Si lavora per anticipare il pagamento
Coronavirus, è emergenza su tutti i fronti: è di poco fa l’annuncio, del tutto in anteprima, del Ministro Nunzia Catalfo. La donna ha fatto sapere che si sta lavorando anche sul fronte pensioni, si sta facendo dunque il possibile per aiutare i cittadini anche sull’aspetto economico e provvidenziale
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“Insieme con Poste e Inps stiamo anticipando il pagamento delle pensioni al 26 marzo e lo stiamo scaglionando fino 1 aprile per evitare affollamento all’interno degli uffici postali e garantire l’incolumità” queste le parole del Ministro a La7 sulla trasmissione pomeridiana Tagadà, condotta da Tiziana Panella
Qualche ora fa inoltre, ci è giunta notizi che proprio due dipendenti di Poste Italiane nella provincia di Bergamo sono morti a causa del contagio da COVID-19. E proprio questa notizia ha scatenato la rabbia dei sindacati che continuano a sostenere che gli ufficiali postali debbano rimanere chiusi
A prendere la parola su quanto accaduto e mostrare la rabbia dei sindacati per sostenere in tutti i modi la tutela dei lavorati è stata Marisa Adobati, componente della segretari della Slc-Cgil di Bergamo con una nota la donna si è espressa sulla vicenda andando a toccare tematiche importanti e riportando tutti con i piedi per terra
“L’inutilità di esporre al contagio i lavoratori di Poste Italiane della Bergamasca, e ovviamente non solo del nostro territorio, e ci viene ripetuto in maniera assillante che Poste deve garantire i servizi essenziali. Il recapito di un bollettino di abbonamento a ‘Frate indovino’ o della marea di avvisi di mancata consegna delle raccomandate non crediamo sia da considerarsi espletamento di servizi essenziali.
“Sono già due i lavoratori postali che hanno perduto la vita a causa del contagio da Covid-19: il primo è morto venerdì scorso e il secondo è scomparso ieri, lunedì. I due dipendenti hanno lavorato fino a pochi giorni fa, uno in un centro di recapito e l’altro in un ufficio postale di due comuni della provincia di Bergamo. Ora basta, è ora di chiudere gli uffici postali.”