Coronavirus, “Mio figlio è autistico e ora ha anche il Covid-19, non lo vedo da 3 settimane” l’appello della mamma

Il racconto strazianti di una mamma il figlio autistico ora è ricoverato per il Coronavirus: "Non lo vedo da 3 settimane"

Da Alessandria arriva il disperato grido di aiuto di una mamma, Deborah. Suo figlio, Daniele, ha 33 anni e come tanti in questi giorni, ha contratto il Coronavirus il 22 marzo. Tutto “Nella norma”, se non fosse che Daniele soffre di autismo. Al momento il ragazzo è ospite dell’RSA di Spinetta Marengo e sua mamma non può assolutamente andare a trovarlo. Il ragazzo è in isolamento totale insieme ad altri 2 contagiati.

La donna disperata dichiara che è dal sette marzo che ha una febbre molto alta che, come dice:

“Che curano solo con antibiotici. Ho fatto telefonate e cercato chiunque. Grazie a un’amica di Lodi ho recuperato il numero del centro Covid di Alessandria. Il mio medico si sta impegnando tantissimo per Daniele, ma è sfiduciato e amareggiato anche lui. Il problema è che dal 22 marzo nessuno si è fatto sentire per un controllo, il tampone o la terapia. Conosco il farmaco Plaquenil, ma non si trova in farmacia. Sono disperata”.

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Deborah ha passato giornate intere cercando di contattare telefonicamente suo figlio. Anche il loro medico di famiglia ha cercato invano di mettersi in contatto con il ragazzo. La donna è molto in debito con il medico, dato che cercando di aiutare il figlio si è ammalato anche lui. Il ragazzo non vede la madre da troppo tempo ormai, e questo rischia di intaccare tutti i progressi cognitivi che erano arrivati con tanti sforzi da parte di sua madre e di tutto il personale qualificato.

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Mi sento un leone in gabbia” ammette Deborah “A chi posso rivolgermi? Chi può aiutarmi?“. Deborah ha cercato aiuto anche attraverso una mail al sindaco di Alessandria, Gianfranco Cuttica di Revigliasco. Ecco le sue parole:

Il virus è entrato nella struttura, due ospiti sono stati ricoverati in ospedale, mentre mio figlio e altri sono in isolamento con il personale infermieristico. Daniele è stato visitato soltanto cinque giorni dopo l’arrivo della febbre alta, perché il carico di lavoro dei medici di base è troppo pesante. Sono soli e privi di dispositivi di protezione adeguati. Anche il mio dottore è malato. A oggi non è ancora stato attivato il servizio ADI per le strutture protette e il personale infermieristico non ha i farmaci adeguati agli ospiti malati.”.

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Riguardo ai tamponi, la madre continua a scrivere nella mail al sindaco:

Lasciamo perdere. Sembra non esistano. Che venga messo a disposizione almeno il Plaquenil, necessario per i malati. Chiedo il suo aiuto per trovare una soluzione insieme. Io, in quanto mamma, mi sono attivata e ho contattato i carabinieri di Spinetta Marengo denunciando il problema. Poi ho telefonato al centro Covid che mi ha dato il numero del dottor Raso, responsabile delle strutture protette, ma aspetto ancora una risposta. Scrivo anche a nome degli altri genitori e parenti che sono molto preoccupati per i propri figli e famigliari”.

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Ma la preghiera della donna prosegue: “Spero davvero in un vostro intervento, perché non c’è niente di più triste del sentirsi ignorati, soprattutto per noi che abbiamo figli con una patologia psichiatrica. Ci sentiamo impotenti e non possiamo nemmeno stargli vicino e incoraggiarli”. Le domande sono tante. Le risposte non arrivano. Non si può lasciare le famiglie in questo modo, abbandonate a se stesse e senza informazioni.