Coronavirus, primo morto in Italia: uno dei due contagiati in Veneto

È accaduto pochi minuti fa, è stato registrato il primo morto in Italia per il coronavirus. Si tratta di uno dei due anziani risultati positivi al virus in Veneto.

È accaduto pochi minuti fa, è stato registrato il primo morto in Italia per il coronavirus. Si tratta di uno dei due anziani risultati positivi al virus in Veneto.

L’uomo aveva 77 anni ed era originario di Monselice, in provincia di Padova. È morto a causa del coronavirus.

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È la prima vittima che si registra in Italia. L’uomo si trovava ricoverato nel reparto Malattie Infettive dell’Azienda Ospedaliera di Schiavonia, era in gravi condizioni e poco dopo è morto. Solo oggi in Italia sono stati confermati 17 casi di contagio nelle regioni Lombardia e Veneto.

Si chiamava Adriano Trevisan il primo morto per il coronavirus in Italia, aveva 77 anni ed era padre dell’ex sindaco di Vo’. L’altro anziano rimane ancora ricoverato nel reparto di Malattie Intensive, ha 68 anni.

Adriano Trevisan è morto questa sera del 21 febbraio intorno alle 23.00. In queste ore era stato giudicato in gravi condizioni.

Nessuno dei due anziani era andato in Cina e non erano stati nemmeno in zone a rischio contagio. Ora bisogna capire con chi è stato a contatto l’uomo in questi ultimi giorni.

Coronavirus

Il 77enne ha sviluppato una malattie importanti alle vie respiratorie, dopo è stato sottoposto al test ed è risultato positivo.

Già da una decina di giorni, presentava delle patologie serie e questa sera è morto nell’ospedale di Schiavona (Padova).

Il governatore Luca Zaia, ha dichiarato: “Non c’è stato neppure il tempo per poterlo trasferire“.

Nella conferenza stampa tenutasi oggi pomeriggio, Zaia ha dichiarato di essere pronto ad adottare tutte le misure per ridurre il contagio:

Chiusura delle scuole, degli esercizi commerciali, cercando di ricostruire tutte le attività sociali e i contatti che queste persone hanno avuto per capire qual è il livello di cordone sanitario da mettere in atto“. Ed ha aggiunto: “Non bisogna diffondere il panico, ma prima regola è l’isolamento“.