Così distanti, così vicini. Non arrendiamoci, il futuro ci appartiene
La speranza prima di ogni cosa. Perché il futuro è ancora nelle nostre mani
Il futuro ci appartiene, ora come non mai e non possiamo mollare solo perché sopraffatti dalla paura. Perché se è vero che lei, nostra nemica è contagiosa, è altrettanto vero che la speranza sa esserlo di più.
E allora amiamoci, tutti. Anche se a distanza, anche se i baci e gli abbracci per il momento restano solo un desiderio, un sogno lontano che presto tornerà a diventare realtà. Perché andrà tutto bene e dobbiamo ricordarcelo sempre. Perché l’avvenire è qualcosa che resta ancora tra le nostre mani.
Perché il desiderio di tornare a quella normalità, a volte noiosa e altre volte un po’ odiata, è più forte di tutto. Qualche sacrificio certo c’è da fare: gli abbracci, gli incontri con gli amici, la passeggiata al mare e poi l’aperitivo in centro, i genitori lontani chilometri, anche loro in casa mentre la distanza si fa pesante, quasi insopportabile.
Gesti e azioni responsabili che dimostrano il nostro coraggio: scelte sagge che mettono al sicuro la vita di tutti, e il mondo intero. Perché questo è il momento di stare vicini come non lo abbiamo fatto mai anche se concretamente saremo distanti gli uni dagli altri.
E ci ritroveremo a pensarci, ogni giorno, ogni istante. Utilizzando i social network e gli strumenti che il web ci mette a disposizione per ritrovarci, per ascoltarci. E le distanze che abbiamo creato a favore di questi legami virtuali ci insegneranno che niente può sostituire l’abbraccio e i baci delle persone amate.
Un insegnamento quello di questo periodo, più grande di ogni cosa. Comprendere il valore delle piccole cose essenziali, il tempo di riflettere su questo al momento non ci manca davvero. E tra una videochiamata ai nostri genitori, che finalmente hanno imparato ad utilizzare lo smartphone e la lettura di quel libro che rimandavamo da tanto, troppo tempo eccola lì la mancanza soffocante delle persone che avevamo al nostro fianco ma che per questione di tempo, trascuravamo. Gli incontri rimandati, gli abbracci fugaci e tutte le cose non dette perché “poi te lo dico domani”.
Ma oggi noi, siamo più vicini che mai, nonostante la distanza. Oggi noi siamo persone, comunità, popolo e Paese che si sta dimostrando coraggioso a vivere una vita che non ci appartiene e che non ci apparterrà mai. Perché tutto presto andrà bene. E accadrà grazie al cuore grande di chi ogni giorno ci protegge, dei medici che continuano a fare il loro lavoro, di chi con sacrificio ha scelto di non tornare nella sua terra di nascita e di chi al telefono continua a ripetere “non ti preoccupare mamma, sto bene. Andrà tutto bene”.
Perché il futuro è nostro e ci appartiene. Non arrendiamoci, non adesso.