Crollo Ponte Morandi, pubblicata la perizia

Crollo Ponte Morandi, pubblicata la perizia sulle condizioni del ponte, Luigi Di Maio vuole revocare la concessione ad Autostrade per l’Italia

Crollo Ponte Morandi, è stata finalmente pubblicata la perizia che fa luce sulle cause della tragedia. Tre periti erano stati chiamati a valutare le condizioni del ponte Morandi e quello che è emerso è un quadro preoccupante e che complica molto la posizione della società Autostrade per l’Italia. Ecco cosa hanno scoperto.

Questo che avete appena visto è un video inedito del crollo del ponte avvenuto ad agosto 2018, che fino a poco tempo fa era stato segretato perché si temeva che avrebbe potuto influenzare i testimoni oculari. A luglio, dopo 10 mesi dal crollo, la Procura aveva dato l’ok e la Guardia di Finanza lo aveva pubblicato. Nel video si nota un’aumento di vento e quasi all’unisono, gli stralli ovest della pila 9 cedono. Con loro crollano quasi istantaneamente l’impalcato e tutta l’antenna. La perizia che è stata appena pubblicata ha stabilito che le cause del crollo del ponte Morandi: la mancanza di interventi negli ultimi 25 anni, fili completamente corrosi e parti del ponte di fondamentale importanza, soggette a importanti infiltrazioni d’acqua.

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Un quadro della situazione che fa paura. La cosa peggiore è che gli ultimi interventi di manutenzione significativi risalgono a 25 anni fa, cioè quando il Ponte Morandi era ancora nella gestione dello Stato.

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Indignato anche il vicepresidente del Consiglio, Luigi Di Maio, che chiede l’immediata revoca della concessione ad Autostrade per l’Italia. In un post su Facebook Luigi Di Maio scrive:

“Ieri è uscita la relazione dei tre periti chiamati a valutare le condizioni del ponte Morandi. Ci sono tante cose all’interno della perizia che mettono i brividi, ma una in particolare: la mancanza per 25 anni di interventi significativi di manutenzione, praticamente da quando la competenza ha smesso di essere dello Stato”.

“Tante cose che mettono i brividi… tutto ciò è inaccettabile e bisogna avviare al più presto il procedimento di revoca delle concessioni ad Autostrade per l’Italia”.

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Il vicepresidente del Consiglio aggiunge:

“Molti fili completamente corrosi prima della rottura, un numero di cavi senza corrosione trascurabile. Parti del ponte fondamentali, soggette a importanti infiltrazioni d’acqua, che ne hanno ammalorato l’anima in metallo. E ancora: interventi di manutenzione significativi che però rimontano solo a 25 anni fa, cioè quando il Ponte Morandi era ancora gestito dallo Stato”.