Delitto di Bovolenta, la disperata richiesta delle famiglia di Sara Buratin e di Alberto Pittarello

Delitto di Bovolenta, la disperata richiesta delle famiglia di Sara Buratin ed Alberto Pittarello dopo le perdite subite

Sono ancora tutti sconvolti per il delitto di Bovolenta, in cui Sara Buratin ha perso la vita per mano del suo compagno Alberto Pittarello, che poi ha deciso di togliersi la vita. Gli inquirenti in queste ore stanno portando ancora avanti tutte le indagini del caso, ma il quadro sembra essere abbastanza concreto.

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Le famiglie, nonostante le gravi perdite che hanno subito, hanno scelto di fare un disperato appello, in cui chiedono solo di unirsi nel dolore. Hanno anche scelto di essere presenti tutti in entrambi i funerali, che si faranno in due giorni differenti.

Sara Buratin ha perso la vita nella tarda mattina di martedì 27 febbraio. Da pochi giorni con la figlia 15enne si era trasferita a casa di sua madre, poiché era in crisi con il compagno. Quest’ultimo, con la scusa di riportarle lo scooter della ragazza, è riuscito ad incontrarla. Alla fine, quando la 41enne era di spalle, l’ha colpita con un coltello da caccia, con una lama di circa 15 centimetri.

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Da un primo esame, era emerso che erano circa 20 i fendenti che le ha inferto. Tuttavia, l’autopsia ha fatto scoprire un’altra verità. Sarebbe proprio che Alberto Pittarello ha colpito la donna con circa 50 fendenti, nella zona della nuca e della schiena. Ha continuato a colpirla, anche quando lei era ormai deceduta.

Delitto di Bovolenta, la richiesta della famiglia ed il ritrovamento del corpo di Alberto Pittarello

CREDIT: RAI

Gli agenti si sono messi subito sulle tracce del compagno, che risultava essere irreperibile. Fino a quando sul bordo del fiume Bacchiglione, non hanno trovato prima il suo telefono acceso e poi i segni dei pneumatici del suo furgone. Circa 2 giorni dopo sono riusciti a recuperare il suo corpo ed alla fine il suo veicolo.

Questo mezzo ora dovrà essere analizzato, per stabilire cosa c’era al suo interno e se può aiutare nelle indagini. Nel frattempo le due famiglia hanno deciso di unirsi. Hanno scelto di partecipare al funerale di entrambi e di stare tutti vicini alla figlia 15enne della coppia, rimasta all’improvviso senza genitori. I parenti di Sara ed Alberto da quello che scrive Il Gazzettino, hanno chiesto:

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Uniamoci nell’amore e dimentichiamoci la parola odio. Non abbiate paura di mostrare le vostre fragilità, questo sì che potrebbe servire a salvare altre donne.