Delitto di Garlasco, presa un’importante decisione sulle sorelle Cappa
Il caso dell'omicidio di Chiara Poggi riemerge con nuove indagini su impronte e prove scientifiche, mentre le gemelle Cappa restano in secondo piano e l'attenzione si concentra su Andrea Sempio
Il caso di Chiara Poggi continua a suscitare grande interesse e preoccupazione nell’opinione pubblica. Recentemente, l’inchiesta sull’omicidio di Garlasco ha riacceso l’attenzione, spostando il focus da ipotesi giornalistiche a prove forensi concrete. Questa nuova fase dell’indagine è caratterizzata da un approccio scientifico che potrebbe rivelarsi decisivo per l’esito del caso.

Negli ultimi giorni, si era vociferato di un possibile interrogatorio delle gemelle Stefania e Paola Cappa, amiche di Chiara Poggi, che alcuni ritenevano potessero avere informazioni utili. Tuttavia, fonti investigative hanno smentito tali indiscrezioni, affermando che attualmente non è previsto alcun interrogatorio nei loro confronti. La procura, infatti, ha deciso di concentrare i propri sforzi su elementi tangibili che potrebbero cambiare radicalmente la narrazione dell’omicidio avvenuto in via Pascoli. Due impronte non del tutto chiarite e un documento di potenziale rilevanza potrebbero rappresentare la chiave di volta per l’inchiesta.
Garlasco, la decisione sulle gemelle Cappa
Il principale soggetto di attenzione al momento è Andrea Sempio, amico di Marco, il fratello di Chiara. Il suo nome era emerso nei primi periodi dell’inchiesta, ma era stato archiviato senza ulteriori indagini. Ora, Sempio è nuovamente ufficialmente indagato. Gli inquirenti stanno cercando di rintracciare un elaborato che Sempio avrebbe citato durante una perquisizione: un lavoro per un corso di giornalismo del 2013, in cui si trattava dell’omicidio di Chiara. Sebbene non si conosca il contenuto di questo documento, il suo ritrovamento potrebbe offrire nuove prospettive sulla comprensione dei fatti e sullo stato mentale di Sempio.
Il 17 giugno si preannuncia come una data cruciale, poiché avrà inizio un incidente probatorio fondamentale. Questo procedimento coinvolgerà reperti che non sono stati esaminati con tecnologie moderne o che sono stati rivalutati dopo la loro iniziale raccolta. Tra le evidenze richieste dalla difesa di Alberto Stasi, già condannato per l’omicidio, ci sono due impronte in particolare: l’impronta 33 e l’impronta 10. L’impronta 33 è una traccia palmare rinvenuta sul muro della scala che porta al seminterrato dove fu trovato il corpo di Chiara. Secondo alcune analisi, questa impronta sarebbe riconducibile ad Andrea Sempio. Oggetto di trattamenti con ninidrina per evidenziare la componente biologica, ora si richiedono nuovi esami per verificarne la presenza di sangue. Il consulente Pasquale Linarello ha dichiarato che se si trovassero segni di Sempio insieme al sangue di Chiara, il valore probatorio sarebbe estremamente significativo.
Un’altra traccia di rilevanza è l’impronta 10, una macchia di sangue rinvenuta sulla porta d’ingresso della casa. Questa non è riconducibile né a Sempio né a persone già note nel caso e non corrisponde nemmeno a parenti o amici di Chiara. Sebbene contenga sangue compatibile con il DNA di Chiara, è necessario chiarire se possa esserci anche materiale genetico di un uomo sconosciuto, o addirittura di una donna, complicando ulteriormente le analisi a causa della predominanza del cromosoma X della vittima.
Il nuovo approccio dell’inchiesta
In questo contesto, le gemelle Cappa sembrano ora essere messe in secondo piano, mentre l’indagine si concentra su prove scientifiche e analisi forensi. Pur non escludendo la possibilità di una loro audizione in futuro, si ritiene che ciò avverrà solo se i nuovi indizi scientifici porteranno a nuove domande. La procura ha scelto di mantenere un profilo basso nei media e di focalizzarsi sulle indagini tecniche, sperando che la scienza possa finalmente fare luce su aspetti rimasti oscuri per molto tempo.
Nel frattempo, la difesa di Stasi continua a combattere, sostenendo che le prove utilizzate per la condanna siano obsolete e potenzialmente fuorvianti. L’obiettivo è dimostrare che solo con tecnologie moderne si può realmente rivedere il caso sotto una nuova luce. L’omicidio di Chiara Poggi, caratterizzato da errori e omissioni sin dall’inizio, è nuovamente al centro dell’attenzione della giustizia. Questa volta, grazie all’ausilio della scienza, potrebbero emergere nuove verità.