Desirée Piovanelli, dopo 17 anni la traccia di un altro Dna

Sul gomito di Desirée, un nuovo dna mai analizzato prima

AGGIORNAMENTO 30 marzo: Vi avevamo già anticipato che il papà di Desiree Piovanelli, aveva richiesto una revisione sul caso di sua figlia, perché secondo lui c’era qualcun altro coinvolto, un mandante, dietro un losco giro di pedofilia. Dopo ulteriori indagini, è stata analizzata una traccia sul cappotto di Desiree, mai analizzata prima. I Ris hanno individuato, sul gomito e sul costato, un dna mai analizzato prima, che appartiene ad un’altra persona, diversa dai colpevoli, accusati dell’omicidio della ragazza. Ricordiamo che tre minorenni hanno già scontato, mentre Erra si trova ancora in carcere, a scontare il suo ergastolo. Adesso, grazie a questo ignoto, ci sarà la revisione del caso e, quindi, della condanna.

AGGIORNAMENTO 6 marzo:  Chi non ricorda la storia di questa quattordicenne, Desiree Piovanelli, che nell’anno 2002, è stata trovata senza vita in una casetta abbandonata a Leno, in provincia di Brescia. Il papà oggi richiede che vengano riaperte le indagini, perché crede che ci sia qualcun’altro coinvolto nella vicenda, un mandante e che la sua bambina sia stata vittima di pedofilia.

L’uomo qualche settimana fa ha sporto denuncia alla polizia, perché, al rientro a casa, ha trovato al cancello della propria abitazione, un fantoccio con un teschio impiccato. Un messaggio inquietante che ha lasciato una scia di preoccupazione, visto che papà Maurizio Piovanelli, aveva appena richiesto ulteriori indagini sul caso della sua bambina. Non è stato l’unico, ricordiamo che per la vicenda, vennero condannati tre ragazzi minorenni, che hanno già scontato la propria pena e un uomo di cinquanta anni, che è stato arrestato con una condanna di trenta anni di reclusione. Oggi il detenuto Giovanni Erra, accusato di aver ucciso Desiree, perché avrebbe opposto resistenza al suo tentativo di violenza, ha richiesto, tramite i suoi avvocati, una revisione del processo. Dopo ben 17 anni, dal ritrovamento del corpo della giovane, colpita a morte, violentata e poi accoltellata, Erra dichiara dal carcere, che la sentenza dei giudici, secondo i quali, quindi, lui avrebbe ucciso la giovane, perché opponeva resistenza, che vuole la verità! “E’ tempo di verità. È una verità processuale che non convince, perché è altamente probabile che nella Cascina Ermengarda sia successo qualcosa di diverso, da quanto finora sancito dalla Giustizia”, ha dichiarato tramite i suoi avvocati, che hanno richiesto una revisione del caso.

A quanto sembrerebbe, l’uomo incolpato dell’uccisione di Desiree e il suo papà, sono d’accordo. Secondo Maurizio, dietro l’omicidio della sua bambina c’è qualcosa di grande e ci sono coinvolti, ancora in giro!

La cosa che più preoccupa adesso, è il messaggio inquietante del fantoccio, dopo la richiesta di Maurizio.

L’uomo ha denunciato l’episodio ed ora è tutto nelle mani delle autorità.

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