“Di chi è la famosa impronta 33” Omicidio Chiara Poggi, arrivano i risultati della perizia dattiloscopica: cosa emerge
Rilevata un'impronta palmare sulla scena del delitto di Chiara Poggi, i consulenti della difesa escludono il collegamento con l'imputato Andrea Sempio, contestando la sua presenza al momento del crimine.
Il caso dell’omicidio di Chiara Poggi continua a sollevare interrogativi e analisi approfondite. Recenti sviluppi hanno coinvolto l’impronta palmare numero 33 rinvenuta presso la villetta di via Pascoli a Garlasco, luogo del delitto, con implicazioni significative per il processo in corso contro Andrea Sempio, accusato dell’omicidio. La difesa della famiglia Poggi ha contestato l’attribuzione di questa impronta all’imputato, portando alla luce nuove evidenze attraverso consulenze specializzate.

Le analisi sulla traccia palmare
Secondo la relazione dei consulenti della difesa, l’impronta palmare rinvenuta non è riconducibile ad Andrea Sempio. La perizia dattiloscopica fornita dal pubblico ministero, che ha originato l’assegnazione della traccia all’imputato, è stata oggetto di un’analisi dettagliata. Gli esperti hanno evidenziato che l’impronta non è sufficientemente definita per un confronto certo e che è stata probabilmente lasciata da una mano sporca e sudata, ma non insanguinata. Questa impronta è stata trovata in una posizione sulla scala che risulta facilmente accessibile a chiunque, suggerendo che non sia necessariamente legata all’omicidio.
Le posizioni legali nella controversia
La famiglia Poggi ha contestato il collegamento tra l’impronta e la dinamica del delitto dopo un comunicato della Procura di Pavia, datato 21 maggio, che indicava Sempio come possibile autore della traccia. Gli avvocati Gian Luigi Tizzoni e Francesco Compagna hanno richiesto un approfondimento tecnico per chiarire la situazione. Le conclusioni degli esperti avrebbero escluso un legame diretto tra l’impronta e l’omicidio, affermando che la traccia è stata prodotta da un palmo in movimento, sudato e sporco, ma privo di sangue. La posizione della traccia, a 114 centimetri dalla porta e ad un’altezza accessibile, indica che chiunque potesse muoversi sulla scala avrebbe potuto lasciare l’impronta.
Richiesta di chiarimenti da parte della difesa
In aggiunta, gli avvocati hanno presentato una richiesta alla Procura per includere nell’incidente probatorio gli approfondimenti relativi a questa impronta, specialmente alla luce di alcune speculazioni emerse sui media riguardo a possibili tracce di sangue. Tuttavia, tale richiesta è stata respinta, poiché la Procura ha deciso di mantenere una valutazione esclusiva e diretta dei dati tecnici, da effettuare solo al termine delle indagini su Andrea Sempio. La famiglia Poggi, invece, avrebbe preferito che un elemento probatorio considerato cruciale fosse chiarito senza indugi, per garantire trasparenza e giustizia nel processo.