Diana Pifferi, tante lacrime all’arrivo della piccola bara bianca

L'ultimo straziante saluto a Diana Pifferi, la bimba di 18 mesi morta di stenti a Milano. Presenti in chiesa oltre 150 persone

Una folla in lacrime era presente all’ultimo addio alla piccola Diana Pifferi, la bimba morta di stenti, abbandonata dalla madre.

Il funerale di Diana Pifferi

Tanta la commozione all’arrivo di quella piccola bara bianca, alla chiesa dei Santi Pietro e Paolo a San Giuliano Milanese. Il comune di Milano ha offerto, alla nonna materna e alla zia della bambina, il proprio aiuto con le spese funebri e di sepoltura.

Una vicenda che ha sconvolto l’intera Italia, oltre 150 persone si sono presentate per salutare la piccola un’ultima volta. C’è chi, in questi giorni, ha lasciato giochi, lettere e palloncini, fuori quell’abitazione di Ponte Lambro.

Alessia Pifferi, dopo un colloquio in cella, ha chiesto al suo legale di essere presente al funerale della figlia. Secondo quanto riferito dallo stesso avvocato, la sua assistita non sarebbe apparsa lucida e non riesce a capire la gravità di quello che ha fatto e le accuse contro di lei.

Che Diana abbia nel Signore la pienezza che non ha avuto in vita.

La piccola Diana è ora libera da ogni male e vivrà nel cuore di tutti gli italiani per sempre. A soli 18 mesi di vita, la madre l’ha condannata ad una morte lenta e purtroppo dolorosa. La piccola è stata abbandonata per sei lunghi giorni, in un lettino da camping, in una casa vuota. Accanto al suo corpo, un solo biberon di latte. Nessuna presenza di cibo solido nel suo stomaco, ma soltanto tracce di un tessuto, che potrebbe essere compatibile con il suo cuscino. Diana potrebbe averlo morso per sopravvivere.

Il funerale di Diana Pifferi

Gli inquirenti sono in attesa dei risultati del latte, vogliono capire se Alessia Pifferi abbia sedato la bimba, per tenerla calma fino al suo rientro. Se così fosse, si tornerà all’accusa di premeditazione, che il Gip ha lasciato cadere dopo l’interrogatorio nel carcere di Milano.

Durante il funerale, nonna Maria e zia Viviana sono apparse molto scosse. In prima fila, a rendere omaggio a Diana, c’era il Sindaco Beppe Sala.

Fuori dalla chiesa, tanti palloncini nel cielo e un commovente striscione viola, con su scritto: “Volerò sulle ali del mondo, nel cielo infinito”.

L’arcivescovo ha continuato:

Noi non riusciamo a comprendere come sia potuto succedere l’abbandono di una bambina fino all’esito tragico della morte di stenti. Condividiamo lo sconcerto e l’orrore. Noi non riusciamo a rimediare alla morte di Diana. Noi non riusciamo a rimuovere un vago senso di colpa perché la nostra città dovrebbe essere diversa, abitare in città dovrebbe significare far parte di una comunità e ogni solitudine dovrebbe trovare rimedio nell’attenzione reciproca e nell’operosa solidarietà. Riconosciamo la nostra impotenza. Perciò preghiamo perché Diana abbia presso Dio quella pienezza di vita e di gioia che le è stata negata sulla terra. Preghiamo perché il dramma incomprensibile risvegli a compassione e a sapienza la mamma Alessia.