Doppio respiratore: Vito Marco Ranieri spiega come funziona

Coronavirus, l'orgoglio dei medici italiani: inventato un doppio ventilatore per i pazienti. Ranieri spiega come funziona e come è arrivata l'idea

Nelle scorse ore, è giunta la notizia dell’invenzione del primo doppio ventilatore, in grado di fornire ossigeno a due malati nello stesso momento. Una notizia di grande importanza, vista la grave situazione di emergenza sanitaria che l’Italia sta vivendo. Purtroppo i contagi continuano ad aumentare e i macchinari all’interno delle strutture sanitarie, non bastano più.

Sull’argomento è intervenuto Vito Marco Ranieri, il professore ordinario del Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche dell’Università di Bologna e direttore del reparto anestesia e rianimazione del Sant’Orsola Malpighi.

Ranieri è stato intervistato da Fanpage.it ed ha spiegato come funziona il doppio ventilatore. Con l’invenzione, la pressione applicata dal classico respiratore, viene sdoppiata, così da riuscire a mandare ossigeno a due pazienti contemporaneamente.

Il professore ha poi spiegato che hanno avuto l’idea, dopo che era giunta la notizia della Lombardia, della carenza di ventilatori. Così, lui e i suoi collaboratori, si sono subito messi al lavoro, facendo delle ricerche e cercando di capire al meglio, se ci fosse un modo per arrivare ad uno strumento del genere.

Ranieri ha raccontato che dopo aver avuto l’idea, hanno contattato un’azienda che conoscono da anni ed hanno spiegato la loro intenzione e il tipo di circuito di cui avevano bisogno. Dopo poco, 72 ore, avevano già un prototipo, che testato sui pazienti, ha dato subito ottimi risultati.

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Così è stato dato il via alla produzione. Fortunatamente questi respiratori non sono ancora indispensabili, ma è bene prevenirsi, così da poter contrastare un peggioramento della situazione e un aumento del numero dei malati di Coronavirus.

“È come moltiplicare i pani e i pesci. È straordinario”, hanno commentato il commissario per l’emergenza coronavirus, Sergio Venturi e il governatore Stefano Bonaccini.

“I primi andranno ai territori più in difficoltà. Si tratta di una notizia che ci riempie di orgoglio. In molti che ci guardavano con scetticismo, ci riconosceranno quello che siamo stati capaci di fare”.