Due amici, Lorenzo Guarnieri e Lorenzo Lunghi, hanno perso la vita allo stesso modo, a distanza di anni
Due amici, stesso nome, stessa passione, stesso sorriso e stesso legame. Un legame che è andato oltre la morte. Due Lorenzo con lo stesso tragico destino, a distanza di anni.
La foto di seguito, è di diversi anni fa. Due ragazzi, amici, sorridenti, che si abbracciano poco prima una partita di basket. Uno si chiama Lorenzo Guarnieri e l’altro, Lorenzo Lunghi. Stesso nome, stessa passione, stessa maglietta, stesso legame. Un legame che è durato fino alla morte. Questi due ragazzi, a distanza di anni, hanno avuto lo stesso triste destino.
Nel 2009, mentre stava tornando a casa dal Parco della Cascine, di Firenze, Lorenzo Guarnieri si ritrova vittima di un incidente, un frontale. Il ragazzo è morto, in modo inaspettato e lasciando un grande vuoto.
Il conducente è risultato positivo all’alcol e alla droga.
Pochi giorni fa, la triste notizia che anche Lorenzo Lunghi è morto, sempre in un incidente stradale. Aveva 27 anni e stava andando a lavorare. Si trovava sull’autostrada A12, insieme ad alcuni colleghi, quando un tir li ha tamponati.
Dopo la morte del primo Lorenzo, è nata un’associazione in suo onore, l’Associazione Lorenzo Guarnieri, che da quel momento, ha lottato in supporto a tutti i ragazzi come loro, vittime di violenza stradale, assicurando assistenza.
Lo scopo di queste persone, è quello di lottare per una società più giusta e più sicura. E sono state proprio loro, sulla pagina Facebook dell’associazione, a dare la triste notizia, con la pubblicazione di questa foto e questo post:
“E’ sempre difficile, ma alcune volte è molto più difficile affrontare l’omicidio stradale di un ragazzo giovane nel pieno della vita. Accade quando lo conosci bene, conosci la famiglia, fa parte della tua comunità. Allora la rabbia, il senso di frustrazione, lo sconforto ti assalgono. Riaffiorano allora tanti ricordi belli di un infanzia felice, piena di sorrisi, speranze, gioie, vittorie, sconfitte, palloni da basket, palazzetti, scuole, bambini meravigliosi, maestre e allenatori entusiasti di stare con loro. E ti domandi di nuovo perché come comunità, come paese, come mondo non riusciamo a cambiare tutto questo? Venir uccisi mentre si lavora, mentre si torna a casa, mentre si va a giocare, mentre ci si allena, mentre si fanno progetti, mentre si prova amore. C’è un solo luogo in cui questo accade: la strada. E un solo artefice: l’uomo. E non servono fucili, pistole, coltelli, mazze. Bastano un camion, un auto, una moto. Ma non ce ne accorgiamo nella vita di tutti i giorni, ci pare purtroppo tutto normale. Caro Lorenzo mancherai a tanti amici come è mancato a tanti il nostro Lorenzo tuo compagno di squadra di un tempo felice. Nessuno potrà però cancellare i bei ricordi, l’amicizia di una comunità, e l’amore che la tua famiglia ha avuto e sempre avrà per te. Dovevi, anche tu, continuare a vivere”.