“È il piedino di una stampella” Nuova svolta nel Delitto di Garlasco, l’esito dell’analisi della traccia apre alla terribile ipotesi

Un nuovo esame della ferita sulla coscia di Chiara Poggi suggerisce che l'impronta potrebbe essere lasciata da una stampella, mentre l'incidente probatorio per il caso inizia il 17 giugno.

Il caso di Chiara Poggi, la giovane uccisa a Garlasco nel 2007, continua a suscitare interesse e dibattito. Le indagini si sono riaperte di recente, con nuovi elementi che potrebbero fornire ulteriori dettagli sull’omicidio. Tra questi, una ferita sulla coscia sinistra della vittima è al centro di un’analisi approfondita da parte di esperti, in particolare del medico legale Pasquale Mario Bacco, che ha esaminato un segno compatibile con un oggetto specifico. Questo articolo esplorerà i dettagli di queste nuove scoperte e il contesto dell’omicidio che ha scosso l’Italia.

L’impronta sulla gamba: tacco, scarpa o stampella

Pasquale Mario Bacco, esperto di medicina legale, ha recentemente parlato di un’impronta rinvenuta sulla coscia di Chiara Poggi, uccisa il 13 agosto 2007. Questo delitto ha portato alla condanna definitiva del fidanzato Alberto Stasi. La ferita sulla gamba della vittima è stata oggetto di attenzione, in quanto Bacco ha evidenziato che il segno, formato da tre pallini, non corrisponde all’impronta di un tacco o di una scarpa, come precedentemente ipotizzato dal professor Marco Ballardini. Secondo Bacco, un’impronta di questo tipo suggerirebbe un oggetto diverso, come la punta di una stampella, che risulta più compatibile con la ferita riscontrata. L’ematoma, quindi, sarebbe stato causato da un colpo secco, che indicherebbe un’azione di disprezzo nei confronti della vittima, calpestata mentre era a terra.

L’incidente probatorio

Il processo ha preso una nuova direzione con l’imminente inizio dell’incidente probatorio, previsto per il 17 giugno. I consulenti e i periti hanno ritirato oggi a Milano tutti i reperti forniti dalla Procura nell’ambito delle nuove indagini sull’omicidio di Chiara Poggi. Presenti durante il ritiro dei materiali c’erano periti nominati dalla giude, tra cui la genetista Denise Albani e il dattiloscopista Domenico Marchigiani. Dall’altra parte, vi era il consulente della difesa di Andrea Sempio, l’ex generale del Ris Luciano Garofano, e il consulente della famiglia Poggi, Marzio Capra, ex ufficiale del Ris. Questa fase del processo è cruciale, poiché i risultati delle analisi scientifiche potrebbero influenzare significativamente l’esito delle indagini e il futuro dei soggetti coinvolti. La riapertura del caso rappresenta un ulteriore passo verso la ricerca della verità su un delitto che ha lasciato un segno profondo nella comunità e nella società italiana.