Ecco perché il Coronavirus non dovrebbe dividerci ma unirci
Tra ansia, paure e psicosi generale non dobbiamo dimenticarci che siamo prima di tutto un popolo
Prima era colpa dei cinesi, ora di quelli del “nord” che viaggiando, inconsapevoli di aver contratto il virus, lo hanno portato nelle altre regione del nostro Paese. E così eccoci qui, in preda ad una vera psicosi mentre svaligiamo supermercati, guardiamo gli altri con diffidenza e ci preoccupiamo soltanto di rifornirci di mascherine e igienizzanti senza preoccuparci di quanto questi prodotti possano invece essere utili agli immunodepressi, perché sono loro che ne hanno davvero bisogno.
Esemplare l’appello della giovane ragazza emiliana, Elena Vaccari che sta combattendo una duplice battaglia, quella della leucemia e quella contro le persone che non hanno più il senso della realtà. È proprio lei che ci riporta con i piedi sulla terra che stiamo distruggendo per tanti altri motivi, tutti sembrano aver dimenticato il riscaldamento globale, l’estinzione degli animali e tutti i danni che stiamo provocando all’ambiente perché adesso, c’è solo il Coronavirus da combattere.
Ed Elena attraverso il suo post su faceboo chiede solo un po’ di umanità e una sana riflessione: il Coronavirus non ci sta decimando, seppur non si può negare un’epidemia. Ma mentre il virus si espande a macchina d’olio in Italia e nel nostro Paese, basta dare uno sguardo ai dati per capire che soltanto una piccola percentuale di persone è a rischio e si tratta proprio degli immunodepressi. Perché quindi non lasciare a loro gli unici strumenti che abbiamo per proteggerci da questo virus? perché non mostriamo ad Elena e agli altri che prima della paura, c’è la nostra umanità?
Puntare il dito sui colpevoli, se mai ce ne fossero, non ci aiuterà a prevenire il contagio, né farà sparire il virus dal nostro Paese e dal nostro mondo. E allora basta con le guerre quotidiane e la diffidenza nei confronti degli altri esseri umani. Perché se mai ci fosse una guerra da combattere, possiamo vincere solo restando uniti e facendolo insieme. Roma e l’impero romano non sono stati fatti in un giorno, né da un solo uomo. Siamo esseri umani prima di essere dei “malati di Coronavirus” e questo non possiamo e non dobbiamo dimenticarlo mai.
Perché è inutile ingigantire il problema o cadere nella trappola dei titoli sensazionalistici e allarmisti che popolano i giornali degli ultimi giorni. Certo, non possiamo neanche sminuirlo perché è evidente che stiamo vivendo la prima grande epidemia del mondo contemporaneo in Italia ma non è abbandonando il prossimo o facendo la guerra contro gli altri che supereremo questo momento. Noi, siamo più forti del Coronavirus, ma dobbiamo restare uniti.