Eitan Biran, la zia Aya: il nonno materno ha sottratto il bambino portandolo in Israele

Il dolore degli zii di Eitan Biran dopo il suo rapimento

Non si placano le polemiche per la sorte di Eitan Biran: la zia Aya denuncia il nonno materno perché avrebbe sottratto il bambino per portarlo via in Israele senza il suo consenso. Il piccolo, unico superstite della tragedia del Mottarone, è stato affidato alla zia che vive in Italia. Ma il nonno materno poteva vederlo e ne ha approfittato per portarlo via con sé.

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La Procura di Pavia ha aperto un’inchiesta con l’accusa di sequestro di persona. I nonni materni hanno portato in Israele il piccolo Eitan, portandolo via alla zia Aya che vive in Italia e che dopo la morte dei genitori è diventata sua tutrice legale.

Eitan è “cittadino italiano, Pavia è la sua casa dove è cresciuto, noi lo aspettiamo a casa, siamo molto preoccupati per la sua salute“. Queste le parole della zia, che parla di una mossa gravissima, l’ennesima tragedia per il bambino messa in atto dalla famiglia materna e che tutti devono conoscere.

La zia di Eitan ricorda che il nonno materno è stato anche condannato per maltrattamenti in famiglia. L’ex moglie, la nonna materna, lo aveva denunciato. E i suoi appelli sono stati respinti in tre gradi di giudizio. E ora, di fatto, ha rapito il nipote.

L’ordine della giudice le mie richieste e le richieste ai legali della famiglia Peleg sono stati ignorati

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Eitan Biran, zia Aya e la denuncia. Le parole dello zio

Non è solo la zia a parlare, ma è anche lo zio paterno. Or Nirko parla di rapimento.

Rapito da suo nonno. È così che è finita. Io me lo sentivo dall’inizio che quella famiglia avrebbe fatto qualcosa di sporco per aggirare la legge italiana. Ma arrivare al punto di organizzare un sequestro vero… Che posso dire? Siamo disperati.

Il bambino di sei anni è al centro ora di una disputa giudiziaria tra la famiglia Peleg, i nonni materni, che sono andati contro la decisione del tribunale italiano e che vogliono crescere il bambino in Israele. E gli zii che vivono in Italia che sono in apprensione per lui:

Lui non sa di essere stato portato via, insomma di essere stato rapito. Gli è stata detta una bugia, che andava a trovare la sua famiglia.

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Ma come ha fatto a superare i controlli?

Purtroppo i Peleg avevano in custodia il passaporto israeliano di Eitan. Noi lo abbiamo chiesto indietro. Il giudice tutelare ha anche fissato una data, il 30 agosto, come limite massimo per la consegna. Ma non ce lo hanno dato e così, visto che nonostante le nostre richieste, ai nonni materni non era stato revocato il diritto di visita, è andata come è andata.