Esplosione a Ravanusa, donna incinta e marito ritrovati sotto le macerie
Il ritrovamento è stato fatto dai vigili del fuoco
I vigili del fuoco sono al lavoro incessantemente dopo l’esplosione a Ravanusa, città in provincia di Agrigento, in Sicilia. Le forze dell’ordine hanno continuato a cercare i dispersi tra le macerie e purtroppo sono stati ritrovati tre corpi senza vita. Due sono quelli della donna incinta e del marito rimasti intrappolati nella palazzina.
Selene Pagliarello e Giuseppe Carmina si erano giurati amore eterno 8 mesi fa. Lei era incinta, in attesa del loro primo bambino. Si trovavano in quella palazzina perché erano passati a trovare i genitori di Giuseppe, Angelo Carmina, 72 anni, e Maria Crescenza Zagarrio, di 69 anni.
Il cadavere dell’anziana donna era già stato recuperato dalle macerie. Mentre Angelo Carmina risulta ancora disperso. Fino a poche ore fa anche i nomi dei giovani sposi, la cui storia ha scosso tutti, erano tra i dispersi. Fino a quando i vigili non li hanno trovati insieme.
Selene Pagliarello e Giuseppe Carmina erano dai genitori di lui per un saluto, prima di andare a cena fuori con gli amici. Forse un ultimo incontro prima di partorire e di iniziare a prendersi cura del bambino che la giovane sposa portava nel suo grembo.
I nove mesi sarebbero scaduti proprio la settimana prossima. Ma Selene e Giuseppe non hanno potuto conoscere la loro creatura, morta nel grembo della sua mamma insieme ai genitori nella terribile esplosione che ha scotto un intero quartiere.
Esplosione a Ravanusa: per la giovane coppia di sposi non c’è stato niente da fare
Tutta la comunità di Ravanusa, nell’agrigentino, è in lutto per la perdita di questa coppia e del bambino che Selene Pagliarello portava in grembo. I cadaveri sono stati individuati poche ore fa.
Tutti speravano nel miracolo e speravano di poter rivedere sani e salvi l’infermiera del pronto soccorso dell’ospedale San Giovanni di Dio ad Agrigento e l’operaio. E di poter accogliere la nuova vita che si apprestavano a conoscere. Ma per loro non c’è stato niente da fare.