Francesco Schettino pronto a lasciare il carcere: ecco dove lavorerà

L'ex comandante della Costa Concordia ha avviato le procedure per scontare la sua pena un modalità alternativa.

A 10 anni dal disastro della Costa Concordia, l’ex comandante Francesco Schettino potrebbe lasciare presto il carcere. Schettino fu condannato l’11 febbraio del 2015 a 16 anni e 1 mese di reclusione per omicidio colposo plurimonaufragio colposo e abbandono della nave. Da quel momento sta scontando la sua pena nel carcere di Rebibbia.

Ma dopo aver scontato la metà della pena in carcere, ora può richiedere misure alternative alla detenzione in carcere. E Schettino che da anni è già impegnato a lavori socialmente utili all’interno della struttura penitenziaria, avrebbe già chiesto misure alternative alla detenzione.

Francesco Schettino carcere
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Il suo compito sarebbe di digitalizzare documenti seduto dietro una scrivania della Discoteca di Stato.

L’ex marittimo potrebbe infatti presto uscire dal carcere ed essere impegnato nella digitalizzazione di dati e documenti di alcuni dei grandi processi della storia italiana, a partire da quello della strage di Ustica.

comandante francesco schettino
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Una mansione che in genere viene affidata a detenuti particolarmente meritevoli e validi per rendere immateriali documenti e atti giudiziari di eventi particolarmente importanti avvenuti nel nostro paese nel corso degli scorsi anni.

Secondo l’Ansa la nuova attività di Schettino potrebbe iniziare nel giro di qualche giorno dopo aver frequentato un corso di formazione.

Costa Concordia
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Respinta la revisione del processo alla Corte Europea

Francesco Schettino era il comandante della Costa Concordia che si è arenata al largo dell’isola del Giglio a gennaio del 2012. In quel disastro persero la vita 32 persone.

Schettino nonostante la manovra scellerata dell’inchino e il fatto di aver abbandonato la nave anche quando c’erano ancora migliaia di persone a bordo, ha sempre difeso il suo operato di quella sera.

Lo scorso luglio era stata respinta la sua richiesta di revisione del processo alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo

La difesa aveva avanzato ma senza successo la domanda riguardo il capo d’imputazione di omicidio colposo.