Giada Russo, amica condannata per il suo decesso: guidava senza patente

La giovane donna ha perso la vita in un incidente sulla Porsche

Per il decesso di Giada Russo, l’amica condannata per aver guidato la Porsche senza patente. Dopo 5 anni i giudici hanno sentenziato che Martina Mucci, allora 19enne, è colpevole perché guidava senza patente, anzi, con una patente falsa. Il decesso era avvenuto nella notte tra il 23 e il 24 settembre 2017 sulla strada statale 1 Via Aurelia, all’altezza di Castagneto Carducci, in provincia di Livorno.

giada russo amica condannata

Avevano preso una Porsche a noleggio e quella sera Giada Russo e l’amica Martina Mucci si trovavano in strada, in provincia di Livorno. Nella notte tra il 23 e il 24 settembre 2017 la ragazza residente nel comune di Rosignano Solvay ha perso tragicamente la vita.

Dopo più di cinque anni da quell’incidente stradale, i giudici hanno condannato l’amica della ragazza. Lei era l’unica imputata per la sua morte. Martina Mucci, che all’epoca aveva 19 anni ed era residente a Cecina, guidava senza patente.

La ragazza allora 19enne guidava con una patente falsa, come appurato dai giudici della Corte di Appello di Firenze, a seguito di un processo contro la giovane indagata per omicidio stradale e falso materiale.

La donna di 25 anni, dopo la sentenza dei giudici fiorentini, è stata condotta nel carcere Don Bosco di Pisa. Qui dovrà scontare una pena di 4 anni e 8 mesi di cella. Lei è colpevole per il decesso dell’amica.

Giada Russo

Per il decesso di Giada Russo l’amica condannata: guidava con una patente falsa

La sera del 23 settembre 2017 la ragazza aveva noleggiato l’auto, una Porsche 911 Carrera. Aveva poi guidato l’auto con l’amica Giada accanto a lei. Dopo un po’ ha perso il controllo del mezzo e l’auto è finita contro un albero.

lutto
Fonte foto da Pixabay

Per la 21enne non c’è stato niente da fare, mentre la 19enne è uscita praticamente illesa. Era già nota alle forze dell’ordine per alcuni reati contro il patrimonio. I Carabinieri di Donoratico, dopo quell’evento, avevano scoperto che spesso noleggiava auto sportive di grossa cilindrata presentando una patente falsa.