Gianluigi Ragni, operaio 25enne, morto sul lavoro nel teramano

Gianluigi Ragni stava lavorando su un traliccio dell'elettricità nel teramano: folgorato, il 25enne è morto sul colpo

Un altro terribile incidente sul lavoro è avvenuto in Abruzzo, più precisamente nella zona di Teramo. A perdere la vita, in circostanze tragiche, è toccato questa volta a Gianluigi Ragni, un ragazzo di soli 25 anni, che è rimasto folgorato mentre lavorava su un traliccio della media tensione. Inutili per lui i soccorsi.

Morto sul lavoro Gianluigi Ragni

Ancora una vittima in Italia che perde la vita mentre svolge il suo lavoro. Ancora una un ragazzo molto giovane, questa volta di soli 25 anni, che dice addio alla vita in circostanze tragiche.

Gianluigi Ragni, come detto 25enne, originario di Campli, in provincia di Teramo, nella giornata di ieri era impegnato a svolgere dei lavori di manutenzione su dei tralicci della media tensione nella zona tra Travazzano e Valle San Giovanni.

Assunto dalla ditta L’Arcipelago, stava lavorando sugli impianti di proprietà di Enel, più precisamente di E-Distribuzione.

Morto sul lavoro Gianluigi Ragni

Improvvisamente, per cause ancora del tutto da chiarire, è rimasto folgorato da uno dei cavi e subito ha perso i sensi.

Con lui c’era un collega, che subito ha lanciato l’allarme e richiesto l’intervento dei soccorritori sul posto.

I medici, nonostante il tempestivo arrivo sul luogo, non hanno potuto far altro che constatare il decesso di Gianluigi, giunto molto probabilmente sul colpo.

Il dolore per la morte di Gianluigi Ragni

Morto sul lavoro Gianluigi Ragni

Uno dei primi ad arrivare sul posto è stato il fratello di Gianluigi Ragni, Gianmarco, che appresa la tragica notizia è crollato nel dolore più grande. Già nel 2007, i due fratelli avevano dovuto affrontare la drammatica perdita del loro papà, scomparso in un incidente.

In attesa dei risultati dell’autopsia disposta dalla Procura e che si svolgerà probabilmente oggi all’ospedale di Teramo, ciò che resta ai cari del giovane e a tutti coloro che lo conoscevano, è un vuoto enorme.

Innumerevoli i messaggi di cordoglio apparsi sul web. Tanti gli amici che, increduli, fanno fatica a realizzare quanto successo ad un ragazzo buono, gentile, solare e sempre disposto ad aiutare.

Tanta anche la rabbia, perché non si può morire mentre si lavora.

Come dichiarato da Marco Boccanera, segretario Generale Fim-Cisl Teramo insieme al Direttivo Territoriale Fim-Cisl Teramo, “bisogna urlarlo una volta per tutte, non è mai la sfortuna, non è mai la fatalità a causare le morti bianche, all’origine di esse, purtroppo, c’è sempre una mancanza, sia essa di strumenti o dispositivi di protezione, sia essa di formazione o sia essa di piena coscienza dei rischi che si corrono. Piangiamo dunque l’ennesima vittima, ma per favore smettiamo di catalogarla sotto la solita voce ‘Destino avverso’“.